martedì 26 ottobre 2010

Torta rapidissima cioccolato e pere

Cosa si fa quando si torna a casa dal lavoro, col freddo che ormai comincia a farsi sentire, si entra in cucina e si scopre che per cena c'è minestrone e salmone al cartoccio? Per prima cosa si prepara uno spritz. E fin qui ci siamo. Poi si guarda l'orologio e ci si rende conto che è troppo tardi per preparare qualcosa di sfizioso per il dopocena. Ma la voglia di mangiarsi una bella torta morbida, magari al cioccolato, è troppo forte. Che si può fare? Beh, si fa mente locale, si pensa a quale sia il dolce più rapido da preparare, ma soprattutto da cuocere, ed infine... si prepara una torta rapidissima cioccolato e pere con la ricetta (leggermente modificata) dei muffin!! E ho pure fatto a tempo a mangiarla tiepidina e non bollente, per un totale di due gratificanti ed abbondanti fette di torta...

Ingredienti
250g di farina
1 bustina di cremor tartaro
2 cucchiai di cacao amaro
1 pizzico di sale
150g di zucchero
250ml di yogurt magro (al posto di 250ml di latte)
80ml di olio di semi di girasole
1 uovo
2 pere piccole

Preparazione
Come ogni ricetta per muffin, prendete due ciotole: in una versate tutti gl ingredienti asciutti (farina, lievito, cacao, zucchero, sale), nell'altra mettete tutti gli ingredienti umidi (yogurt, olio, uovo). Mischiate gli ingredienti presenti in ciascuna ciotola grossolanamente, giusto per amalgamarli un po'. Alla ciotola dove ci sono gli ingredienti umidi, unite le due pere in precedenza lavate, sbucciate, mondate e tagliate a dadini e mescolate il tutto alla buona. A questo punto versate gli ingredienti asciutti nella ciotola degli ingredienti umidi e mischiate il tutto con una spatola molto grossolanamente. Mi raccomando a non mischiare il tutto troppo bene e per troppo tempo. A questo punto, versate il composto in una teglia da 26 cm rivestita con carta da forno, ed infornate in forno già caldo a 200° per circa 20 minuti.

Crema al cioccolato di Paola

Solo una piccola nota: nel caso in cui vi venisse il dubbio, vi confermo che nella preparazione che faccio della crema al cioccolato non metto mai l'uovo.

Ingredienti
500 ml di latte
2 cucchiai di maizena
7 cucchiaini di zucchero
100g di cioccolato fondente

Preparazione
Fate riscaldare subito il latte. Nel mentre, mescolate lo zucchero con la maizena. A questo punto, stemperate il mix con poco latte aiutandovi con una frusta a mano, accertandovi che non si siano formati grumi. Quindi unite il rimanente latte a poco a poco, sempre mescolando. Mettete il padellino sul fuoco e continuando a girare, aspettate che la crema si rapprenda (il che coincide con l'inizio del momento di ebollizione). Aggiungete il cioccolato fondente a pezzi, spegnete il fuoco e mescolate con  decisione fino a che non otterrete una crema al cioccolato liscia. Coprite il padellino con il suo coperchio e lasciate raffreddare la crema. Una volta raffreddata, per renderla bella liscia (data anche l'inevitabile pellicina che si andrà a formare), passate la crema con un frullatore ad immersione.

Pasta choux di Paola


Questa è la pasta classica per realizzare la pasta bignè. Potete utilizzarla dandole la forma del dolce che preferite: bignè, eclaire, zeppole, basi per torte come la Paris-Brest e via dicendo...

Ingredienti125 g di farina
60 g di burro
250 ml di acqua
1 pizzico di sale
3 uova
Preparazione
Fate sciogliere in un'ampia casseruola il burro con un pizzico di sale nell'acqua , riscaldandola fino quasi al momento dell'ebollizione. Poco prima, unite la farina setacciata e mescolate il tutto con un cucchiaio di legno, a fuoco basso, cercando di eliminare i grumi e di far assorbire tutta l'acqua con la farina. Mescolate fino a che l'impasto non si stacca dalla casseruola, facendo un leggero sfregolio. A questo punto, spegnete il fuoco e trasferite il composto aprendolo e livellandolo con il cucchiaio di legno in  piatto  piatto inumidito con dell'acqua. Questo passaggio servirà ad accellerare i tempi di raffreddamento dell'impasto. Una volta tiepidino, traferite l'impasto in una bastardella e aggiungete il primo uovo: mescolate il tutto fino a che l'uovo non sarà del tutto amalgamato. Fate quindi lo stesso passaggio con le altre due uova. Infine, con l'aiuto di uno  sbattitore elettrico con i ganci a spirale cominciate a mescolare l'impasto, fino a raggiungere la consistenza di una crema bella densa. Infine, con l'aiuto di un sac à disponete la forma che preferite su una teglia rivestita da carta forno. Per eliminare il classico ciuffetto che si crea ogni volta che ci si stacca dal composto con il sac a poche, modellate l'impasto con un dito inumidito nell'acqua. Infornate a 180° per circa 20/30 minuti (la pasta si dovrà dorare).

domenica 24 ottobre 2010

Parmigiana di zucchine


Parmigiana parmigiana, quanto mi piace, e addirittura da quest'estate che non ne mangiavo un pezzettino... Quale occasione migliore un tardo pomeriggio di un sabato uggioso per prepararne una bella teglia?? Certo, avrei potuto fare dei biscottini che da mie prime intenzioni, ma poi mi sono fissata, e mi sono messa il cuore in pace di fronte alla prospettiva di mettermi a friggere... Dunque, qualche parolina riguardo la parmigiana. La parmigiana doc si fa con le melanzane, con tanta mozzarella e con abbondantissimo parmigiano. Io la faccio di solito con le zucchine perchè rimane di sicuro più delicata, ma soprattutto perchè alla mia tavola c'è chi non ama granchè le melanzane (lo so, lo so, una vera eresia...). La parmigiana doc di prepara facendo friggere le melanzane a fette in abbondante olio, senza impanatura. Io le impano, perchè se da un lato le zucchine sono più delicate, dall'altro l'impanatura le rende più gustose e decise. E quindi lo so, il tutto diventa apparentemente più pesante, ma che vi devo dire, una volta che si prepara un piatto del genere lo si prepara bene fino in fondo, non trovate? Di solito mi attengo alla mozzarella, ma in questo caso ho usato un formaggio morbido e saporito che avevo in frigo perchè ero sprovvista per l'appunto di mozzarella (poco male, fila lo stesso!).

Ingredienti
3 grosse zucchine
2 uova
farina q.b.
sale q.b.
olio per friggere
200g di formaggio morbido tipo Galbanino o 2 mozzarelle
parmigiano q.b.
sugo (una bottiglietta di passata da 330 g)
olio q.b.
4 foglie di basilico
1 testina di aglio
olio q.b.

Preparazione
Come prima cosa preparate un sughetto. Io uso di solito per fare veloce un'ottima passata di pomodori ciliegini biologica. Per preparare il sugoè sufficiente che facciate andare il contenuto della bottiglietta in una casseruola con un pochino di olio e la testina di aglio privata della sua anima. Fate cuocere a fuoco dolce per circa 15 minuti, ed infine aggiungete le foglie di basilico.
A questo punto, lavate e mondate le zucchine, fatele a fettine nel senso della loro lunghezza e tamponatele con della carta assorbente per farle ben asciugare. In un piatto fondo sbattete leggermente due uova con due pizzichi di sale in modo da far amalgamare tuorlo ad albume. In un altro piatto versate della farina (all'incirca un otto cucchiate). A questo punto passate su entrambi i lati ciascuna fetta di zucchina nella farina, in modo da ricoprirla completamente, e prima di adagiarla a parte in un altro piatto sbattetela leggermente in modo da far scendere la farina in eccesso: ci deve essere su ogni fetta solo un velo di farina. Una volta passate tutte le fette di zucchina nella farina, versate abbondante olio per friggere in una padella capiente, accendete il fuoco e fatelo riscaldare. Intanto a poco a poco con l'aiuto di due forchette passate ad una ad una le fette di zucchina infarinate nelle uova sbattute, e mentre le sollevate per adagiarle delicatamente nella padella con l'olio ormai caldo fate sgocciolare l'uovo in eccesso (se non farte così, oltre che pesantissime le zucchine, vi serviranno almeno  10  uova!!). Friggete quindi tutte le fette su ambo i lati, e togliendole dall'olio fatele asciugare su carta assorbente per fritti. A questo punto, grattuggiate abbondante parmigiano e fate a dadini il formaggio (o la mozzarella, ben sgocciolata dal suo siero). Prendete una pirofila, fate un primo strato con un velo di sughetto, a questo punto formate la prima base di zucchine, poi sugo, poi dadini di formaggio, poi spolverata di parmigiano, poi altro strato di zucchine, sugo, formaggio e parimigiano e così via fino a che non finirete tutte le zucchine. Cercate di dare un'occhio di riguardo all'ultimo strato in superficie, ricoprendolo completamente di sugo e di abbondante parmigiano. Infine, inforante in forno già caldo per un 25 minuti a 200°.

martedì 19 ottobre 2010

I peperoni caramellati di Angela



La ricetta di questi ghiotti peperoni (w i peperoni!!) l’ho presa dal blog delle amiche Sorelle in pentola, la loro ideatrice è Angela, che li ha postati come sfizioso condimento di un piatto di pennette.

Io mi sono limitata a concentrarmi sui peperoni, e il risultato è da leccarsi i baffi! La prima volta che li ho preparati però non li ho postati. Poi ho saputo che il successo di questi peperoni era arrivato a Luigi, che si era messo a cercare la ricetta sul nostro blog, ovviamente senza successo, quindi mi sono decisa a rifarli (il che non è stato senz’altro un sacrificio!) e a postarli. Ecco qui Luigi, fammi sapere che ne pensi! Lato quantità però ho cambiato delle cosine rispetto alla ricetta di Angela.

Ingredienti
3 peperoni rossi
1 cipolla rossa di Tropea
2 cucchiaini di fior di sale
6 cucchiaini scarsi di zucchero di canna
2 cucchiai di aceto balsamico

Preparazione
Lavate, mondate e fate a tocchetti i peperoni (la dimensione dei tocchetti è a vostra discrezione, io li faccio medi per accontentare chi vuole i pezzi più grandi e chi più piccoli!).
Mondate ed affettate sottilmente una cipolla di Tropea e fatela cuocere in una padella con l’olio. Una volta che la cipolla si sarà dorata, aggiungete i peperoni, un cucchiaino e mezzo di fior di sale, 4 cucchiaini di zucchero di canna e due cucchiai di aceto balsamico. Mescolate, amalgamate e lasciate cuocere a fuoco basso per mezz’ora, mescolando di tanto in tanto. Passato questo tempo, assaggiate i peperoni per capire se la loro consistenza già vi soddisfa, correggete eventualmente di sale e zucchero (in questa fase ho aggiunto altri due cucchiaini di zucchero di canna e mezzo cucchiaino di fior di sale), mescolate di nuovo e nel caso voleste i peperoni ancora più morbidi,alzate un pochino la fiamma, coprite la vostra casseruola e fate cuocere per circa altri 15 minuti.

domenica 17 ottobre 2010

Apfeltorte alla tedesca


Quando arriva il tempo delle mele, è inevitabile per me rimanere non indiferrente alle torte di mele... Anche se poi alla fin della fiera quella che preferisco sempre è quella che fa mia mia mamma (qui la ricetta già postata), mi sento sempre ispirata e fare nuovi esperimenti. Questa ad esempio era già un anno che volevo prepararla, e ieri mi sono definitivamente convinta a farla, anche perchè avevo in dispensa un barattolo di confettura di mele e zenzero in scadenza tra un mese! La ricetta l'ho presa dal volume di dolci dal mondo della mia fida enciclopedia di pasticceria dell'Accademia dei Maestri Pasticceri.

Ingredienti
2 uova
100 g di zucchero
1 pizzico di sale
150 g di formaggio magro e cremoso
4 cucchiai di olio d'oliva
250 g di farina
1 busta di lievito per dolci
250 di confettura di mele e zenzero
2 mele renette

Preparazione
Amalgamate con l'aiuto di una frusta a mano le uova con lo zucchero ed il pizzico di sale. Aggiungete quindi il formaggio (che nella fattispecie potrebbe benissimo essere ricotta, io ad esempio non avendo formaggio a sufficienza ho messo 75g di ricotta e 125g di yogurt magro), l'olio e la farina setacciata insieme alla bustina di lievito.
Preriscaldate il forno a 160°, intanto versare il composto in uno stampo dal diametro di 26 cm rivestito con carta da forno. Il ricettario indicava di ricoprire con un altro strato di carta forno e fagioli l'impasto e di infornare, ma viste le miei precedenti esperienze disastrose in cotture cieche operate con mezzo fagioli, ho deciso di evitare questo passaggio e di infornare il tutto così per circa 25 minuti. A quel punto sfornate la base della vostra torta, distribuite la confettura di mele sulla superficie in modo omogeneo, e, dopo aver sbucciato e tagliato a fettine sottili le due mele, adagiatele sulla confettura a raggera.
Infornate nuovamente la torta nel forno ancora caldo a 160° e lasciatela cuocere per alti 40 minuti circa.
Una volta sfornata, lasciate raffreddare la vostra apfeltorte, adagiatela su un piatto di portata e spennellatela con tre cucchiai di confettura di mele sciolta con due cucchiai di acqua in un pentolino a fuoco basso (in questo modo otterrete una sorta di gelatina).

venerdì 15 ottobre 2010

Chèvre e Saint Jacques

“Allora, ti consiglio vivamente di non uscire da sola quando comincia a fare buio, più o meno dalle 18 in poi, Marsiglia è dieci volte più pericolosa di zona Corvetto”. Questo il terrorismo psicologico operato dal mio caro amico Lorenzo, poco prima che partissi. Mi immaginavo di dover mettere piede nella città più pericolosa della storia, ed invece, a casa, ora, mi sono portata il ricordo di una cittadina davvero bella, pulsante, dove ho mangiato benissimo (neanche a dirlo!). Appena arrivata ho pranzato con Christian in un locale sul porto, dove ho preso una semplice insalata di polpo, d’accordo, ma ve lo segnalo perché ad accompagnare questa insalata c’era una vinaigrette davvero ottima, leggermente densa, che permetteva di evitare l’utilizzo di qualsiasi altro condimento. Veniamo al sodo, prima cena. Girovagando per le viette intorno al Port Vieux, troviamo questo ristorantino (Restaurant l'Oliveraie – 10 Place Huiles 13001 Marseille) che aveva meno scelta rispetto a tutti gli altri ristoranti della zona, ma che ispirava molto come posto. Ci sediamo e ci rendiamo conto che, a parte l’olio d’oliva che trionfava in ogni piatto, la cucina è molto particolare. Comincio a leggere il menu in francese e cerco di tradurre quanto riesco a Christian, un po’ anche mimando! Ci soffermiamo su questo piatto che se non ricordo male era una cosa del tipo “risotto ai funghi, con Saint Jacques in padella”.. Christian: “Saint Jacques?”. Io – lo ammetto, sono stata molto ignorante, ma si impara ogni giorno – :“Mah, sai, credo sia formaggio di chevre”. Christian “Oh perfetto, io adoro lo chèvre!”. Quindi mentre lui aveva già deciso, io mi sono lanciata su una sicura orata farcita con verdure. Dolce per Christian: moelleux con olio d’oliva; dolce per me: crema frangipane gratinata con frutta di stagione (ottima e da ripetere!). Arriva il cameriere ed alla mia domanda relativa all’accertamento delle Saint Jacques come formaggio di capra mi scoppia a ridere in faccia, e mi spiega che, ebbene sì, altro non sono che capesante. Ma tra la dicitura italiana e quella francese ben ci passa, non trovate?? E poi non avevo mai mangiato le Saint Jacques in Francia! E vabbè, sbagliando si impara….

Sera dopo, è Leo che ci guida in un posto che conosceva già, Lei Moulines (http://www.leimoulins.com/ ). Dove tutto è molto ricercato, dalla cucina alla preparazione/decorazione dei piatti, niente è lasciato al caso, ed il palato ne esce molto molto soddisfatto. E dove ho fatto scorta di Saint Jacques!! Ecco cosa abbiamo mangiato. Antipasti: ravioli ripieni di cozze con il loro succo e la maionese provenzale all’aglio (Christian); carpaccio di Chorizo, noci di Saint Jacques scottate in padella, gamberoni e insalata rinfrescata da limone verde (Leo ed io). Piatto principale: filetto bordato con prosciutto crudo di Bayonne (Christian); noci di Saint Jacques scottate in padella, fine purea di fagiolini bianchi, tortino di rucola (Leo ed io). Dessert: crumble tatin, quenelle di gelato al cioccolato fondente, mousse di caramello al burro salato (Leo); moelleux tiepido al cioccolato fondente, verrina di mousse di cioccolato bianco (Christian ed io). A concludere la serata, lo chef è passato tra i tavoli ad accertarsi del gradimento dei suoi piatti. È molto francese come abitudine, e devo dire che l’apprezzo molto, denota la cura dello chef nei confronti dei clienti, e lato mio mi piace l’idea di vedere in faccia chi mi ha preparato da mangiare. Oltretutto lo chef in questione si è prestato a rispondere a mie domande del tipo “come sei diventato chef? Il tuo curriculum vitae?”, e devo dire che è stato molto alla mano (handly!!), gentile e disponibile.

Sera dopo, cena di tutta la troupe di fine shooting, siamo andati in un posticino, segnalato da Etienne, il nostro artista, sulla costa, allontanandosi un poco da Marsiglia. Il posto si chiama A bord de l’eau (http://www.auborddeleau.eu/), ed è proprio così, una trattoria dove si mangia abbondantemente bene del pesce alla buona! Essendo noi a tavola parecchi, vi dico che ho mangiato io, segnalo giusto l’immancabile salade de chèvre per Christian come antipasto! Ad ogni modo mi sono prima rimpilzata di cozze gratinate (anche se le cozze gratinate alla maniera italo-pugliese sono tutta un’altra cosa in fatto di sapore!), e poi un piatto con – indovinate un po’! – Saint Jacques, gamberoni alla plancha, quindi alla maniera spagnola, con olio, prezzemolo e aglio, ed infine tarte tatin (che non potevo partire dalla Francia senza mangiarne una fetta!).

Insomma, che dire, come al solito il mio tempo è stato scandito dal momento in cui mi sarei apprestata a mangiare…

giovedì 14 ottobre 2010

Hamburger, cheesecake e cupcakes

Eh già, settimana scorsa abbiamo latitato sul blog, ma abbiamo delle buone scuse! Io ero via per lavoro e la nostra Linda non era molto in forma per cucinare e mangiare! Quindi, quello che ora posso fare in attesa di cucinare qualche cosa di buono, è raccontarvi cosa ho mangiato in giro tra New York e Marsiglia settimana scorsa!

Bene, iniziamo da New York. Prima sera, molto sinceramente, mi sono concessa giusto uno smoothie di Starbucks al mango. Il giorno dopo, alla domanda: “Paola, che preferisci mangiare, c’è qualcosa che non ti piace?”, rispondo “beh, sì, in effetti qualcosa che non mi piace non c’è – dico con un po’ di vergogna – sushi e tutto quello che è cibo etnico…” Ebbene sì, lo ammetto, non mangio giapponese, cinese, etnico in genere… Che vi devo dire, ognuno ha i suoi gusti! Poi riprendo, e da perfetta pivella dico “visto che sono qui, non mi dispiacerebbe qualcosa di tipico, tipo… Un posto dove si mangi un buonissimo hamburger??” Hihihi, che figura, ma l’hamburger lo volevo mangiare sul serio! Hamburger come mi ha spiegato l’altro ieri Alberto, da Amburgo, pare che gli emigranti tedeschi di quella città per farci stare i pezzi di carne in valigia, li schiacciassero, formando quindi gli hamburger… Ad ogni modo, la reazione deve essere stata del tipo “ povera piccola italiana, vuole mangiare l’hamburger, portiamola in una steakhouse”… E così è stato, prima serata: hamburger con bacon e formaggio, accompagnato da taaaanto ketchup e patatine fritte. Il posto ,a quanto mi è stato detto, è un posto conosciuto a New York, più nello specifico a Tribeca, sulla West Broadway, e si chiama L’Odeon, molto tipico, mi è piaciuto un sacco… Che mangiata, ammetto di non aver finito le patatine e di non aver mangiato il dolce… Questo il link http://theodeonrestaurant.com/ .
Sera dopo: “Paola, american food?”. Certo che sì! E quindi siamo andati in questo posto un po’ più sciccoso, Del Frisco ( http://www.delfriscos.com// ), dove Monica mi ha spiegato usi e costumi di una cena in un posto simile con una tavolata di circa 10 persone. Si ordinano un po’ di cose di antipasti e si dividono e poi si prende un piatto a testa (ad esempio nel caso di questo ristorante dove la carne la faceva da padrona abbiamo preso quasi tutti il filetto) e ad accompagnare il piatto si prendono contorni misti da mettere sempre in mezzo al tavolo e da dividere. Anche perché le porzioni sono davvero davvero enormi, e infatti non potete immaginare quanto sia avanzato! Ad ogni modo abbiamo preso crab cakes come antipasto condiviso, poi, come dicevo, quasi tutti il filetto e di contorno: patate chips con cipolle, spinaci, funghi e ovviamente non potevano mancare i maccheroni and cheese (che ammetto di non aver mangiato). Infine, nonostante fossi non satolla ma di più, non potevo certo non provare la strawberry cheesecake a sette strati, che però vergognosamente non ho finito. Allora, era buona, una mazzata incredibile in termini di pesantezza, ma francamente non la mia preferita, perché era cheesecake, e non new york cheesecake, quindi non cotta. Per assicurarmi la buona riuscita dello scatto, ho ceduta la piccola digitale che avevo con me a Leo, l’art director. Bravo Leo!

Dulcis in fundo, poco prima di partire, mi sono fiondata da Magnolia Bakery per un sano cupcake al cioccolato... mamma che buono!!!!

Alla prossima puntata con Marsiglia…

martedì 12 ottobre 2010

Panzanelliamo?

Questo è uno di quei piatti che divide la mia famiglia. Dagli uomini di casa giunge uno NO categorico al solo nominarla, mentre mia mamma ed io siamo grandi sostenitrici di questo piatto, visto anche quanto poco tempo ruba alla sua preparazione. La panzanella è uno di quei tipici piatti poveri, gustosi, freschi e dalle mille varianti. Noi la facciamo cosi.

Ingredienti (per circa 4 porzioni)
4 piccole cipolle rosse di tropea
1 cetriolo
una quindicina di pomori ciliegino di medie dimensioni
3 fette di pane toscano
sale q.b.
olio evo q.b.
2 cucchiai di aceto balsamico
4 cucchiai di acqua

Preparazione
Come prima cosa pulite le cipolle, affettatele sottilmente e mettetele a bagno nell'acqua con un pizzichino di zucchero: in questo modo rilasceranno tutto il loro amaro e saranno molto più digeribili. Lasciatele così per almeno una mezzoretta.
Taglaite il pane a dadini ( il pane dovrebbe essere possibilmente semi raffermo), mettetelo in una ciotola e bagnatelo con 4 cucchiai di acqua e 2 cucchiai di aceto balsamico.
Pulite il cetriolo e a piacere fatelo a rondelle o a cubetti. Stessa cosa con i pomodorini: lavateli e tagliteli.
Unite quindi i cetrioli, i pomodorini e le cipolle scolate al pane, mescolate, salate e condite con olio extravergine d'oliva quanto basta. Lasciate la panzanella in frigo fintanto che non dovrete mangiarla.

giovedì 7 ottobre 2010

I miei tartufini...



Uffi uffi, è gia la seconda settimana che latitiamo... così ho pensato che giocarmi la carta del dolce ;-)

La ricetta di queste deliziose praline viene da lontano... 

... si fa per dire, dopotutto, perché dal giorno in cui le ho assaggiate è ormai passato qualche annetto ma nemmeno troppi per fortuna ;-) 

... comunque, la prima volta che ho assaggiato questi tartufi è stato in occasione del diciottesimo compleanno di una cara amica che ne aveva preparati diversi vassoi per la sua festa. Inutile dire che ti conquistano al primo morso e che riuscire a trattenersi dal mangiarne più di uno è una dura lotta.

Così mi sono fatta dare la ricetta che ho custodito gelosamente per "tutti" questi anni, strano ma vero sono riuscita a non perdere il foglietto su cui è scritta (...), e che ho riprodotto più e più volte.

L'unica modifica che ho apportato è la sostituzione del tuorlo con la maizena, dopo le richieste di Paola che non può mangiare uova crude. Il risultato non cambia e sono più tranquilla anch'io perché non mi  piace molto l'idea di mangiare uova crude.


Ingredienti:

100 gr di burro
100 gr di zucchero a velo
100 gr di biscotti secchi (gli Oro Saiwa sono perfetti)
1 tuorlo d'uovo (sostituibile con 2 cucchiai di maizena)
200 gr di Philadelphia (il mio preferito è quello a base di yogurt, ma visto che non lo trovo mai... uso Philadelphia Light)
3 cucchiai di cacao amaro
1 cucchiaio di rhum
cacao amaro per guarnire


Preparazione

Mettete nella ciotola del frullatore i biscotti e azionatelo fino a che non saranno polverizzati. Aggiungere quindi il tuorlo d'uovo/la maizena, il cacao, il Philadelphia, il burro fuso, lo zucchero e il rhum e azionare nuovamente il frullatore fino ad ottenere un composto omogeneo.

Trasferite il composto in una bacinella e mettetelo in frigorifero fino a quando sarà diventato compatto. Formate quindi delle palline con il composto e rotolatele nel cacao in polvere, avendo cura di togliere quello in eccesso.

Si conservano in frigorifero per qualche giorno, se avete utilizzato la maizena (e non il tuorlo d'uovo) potete anche congelarli: basterà tirarli fuori dal congelatore mezz'ora prima di servirli.

lunedì 4 ottobre 2010

Paccheri con la ricotta e fave di cacao


E' la prima volta da quando è cominciata questa avventura che non solo non trovo il tempo di scrivere nuovi post, ma non ho proprio il tempo di cucinare e vado avanti a passato di verdura scongelato di cena in cena... e visto che l'avventura l'ho intrapresa in compagnia ho buoni motivi per credere che la mia socia sia nelle stesse condizioni :-)
Nell'attesa che questo periodo passi, non ho però abbandonato le ricerche di alcuni ingredienti e proprio settimana scorsa, nel negozio di un aeroporto ho trovato le fave di cacao. Le volevo da tempo, senza sapere esattamente cosa farne una volta trovate ma mi incuriosivano e ingolosivano. Così quando ho visto questo sacchettino microscopico con un prezzo non proprio economico non ho resistito e le ho comprate. Ho cercato su internet qualche informazione in più sulle fave di cacao e sono finita qui dove ho trovato anche la ricetta che vi propongo.

Ingredienti
160 gr. di paccheri
100 gr. di ricotta
uno scalogno piccolo
6 fave di cacao

Cuocere la pasta in abbondante acqua salata. Mentre la pasta cuoce fate imbiondire lo scalogno in poco olio, togliete la padella dal fuoco, unite la ricotta e stemperatela con poca acqua di cottura della pasta. Scolate la pasta e saltatela in padella con la ricotta. Sbriciolate grossolanamente con le mani le fave di cacao sulla pasta.