“Allora, ti consiglio vivamente di non uscire da sola quando comincia a fare buio, più o meno dalle 18 in poi, Marsiglia è dieci volte più pericolosa di zona Corvetto”. Questo il terrorismo psicologico operato dal mio caro amico Lorenzo, poco prima che partissi. Mi immaginavo di dover mettere piede nella città più pericolosa della storia, ed invece, a casa, ora, mi sono portata il ricordo di una cittadina davvero bella, pulsante, dove ho mangiato benissimo (neanche a dirlo!). Appena arrivata ho pranzato con Christian in un locale sul porto, dove ho preso una semplice insalata di polpo, d’accordo, ma ve lo segnalo perché ad accompagnare questa insalata c’era una vinaigrette davvero ottima, leggermente densa, che permetteva di evitare l’utilizzo di qualsiasi altro condimento. Veniamo al sodo, prima cena. Girovagando per le viette intorno al Port Vieux, troviamo questo ristorantino (Restaurant l'Oliveraie – 10 Place Huiles 13001 Marseille) che aveva meno scelta rispetto a tutti gli altri ristoranti della zona, ma che ispirava molto come posto. Ci sediamo e ci rendiamo conto che, a parte l’olio d’oliva che trionfava in ogni piatto, la cucina è molto particolare. Comincio a leggere il menu in francese e cerco di tradurre quanto riesco a Christian, un po’ anche mimando! Ci soffermiamo su questo piatto che se non ricordo male era una cosa del tipo “risotto ai funghi, con Saint Jacques in padella”.. Christian: “Saint Jacques?”. Io – lo ammetto, sono stata molto ignorante, ma si impara ogni giorno – :“Mah, sai, credo sia formaggio di chevre”. Christian “Oh perfetto, io adoro lo chèvre!”. Quindi mentre lui aveva già deciso, io mi sono lanciata su una sicura orata farcita con verdure. Dolce per Christian: moelleux con olio d’oliva; dolce per me: crema frangipane gratinata con frutta di stagione (ottima e da ripetere!). Arriva il cameriere ed alla mia domanda relativa all’accertamento delle Saint Jacques come formaggio di capra mi scoppia a ridere in faccia, e mi spiega che, ebbene sì, altro non sono che capesante. Ma tra la dicitura italiana e quella francese ben ci passa, non trovate?? E poi non avevo mai mangiato le Saint Jacques in Francia! E vabbè, sbagliando si impara….
Sera dopo, è Leo che ci guida in un posto che conosceva già, Lei Moulines (
http://www.leimoulins.com/ ). Dove tutto è molto ricercato, dalla cucina alla preparazione/decorazione dei piatti, niente è lasciato al caso, ed il palato ne esce molto molto soddisfatto. E dove ho fatto scorta di Saint Jacques!! Ecco cosa abbiamo mangiato. Antipasti: ravioli ripieni di cozze con il loro succo e la maionese provenzale all’aglio (Christian); carpaccio di Chorizo, noci di Saint Jacques scottate in padella, gamberoni e insalata rinfrescata da limone verde (Leo ed io). Piatto principale: filetto bordato con prosciutto crudo di Bayonne (Christian); noci di Saint Jacques scottate in padella, fine purea di fagiolini bianchi, tortino di rucola (Leo ed io). Dessert: crumble tatin, quenelle di gelato al cioccolato fondente, mousse di caramello al burro salato (Leo); moelleux tiepido al cioccolato fondente, verrina di mousse di cioccolato bianco (Christian ed io). A concludere la serata, lo chef è passato tra i tavoli ad accertarsi del gradimento dei suoi piatti. È molto francese come abitudine, e devo dire che l’apprezzo molto, denota la cura dello chef nei confronti dei clienti, e lato mio mi piace l’idea di vedere in faccia chi mi ha preparato da mangiare. Oltretutto lo chef in questione si è prestato a rispondere a mie domande del tipo “come sei diventato chef? Il tuo curriculum vitae?”, e devo dire che è stato molto alla mano (handly!!), gentile e disponibile.
Sera dopo, cena di tutta la troupe di fine shooting, siamo andati in un posticino, segnalato da Etienne, il nostro artista, sulla costa, allontanandosi un poco da Marsiglia. Il posto si chiama A bord de l’eau (
http://www.auborddeleau.eu/), ed è proprio così, una trattoria dove si mangia abbondantemente bene del pesce alla buona! Essendo noi a tavola parecchi, vi dico che ho mangiato io, segnalo giusto l’immancabile salade de chèvre per Christian come antipasto! Ad ogni modo mi sono prima rimpilzata di cozze gratinate (anche se le cozze gratinate alla maniera italo-pugliese sono tutta un’altra cosa in fatto di sapore!), e poi un piatto con – indovinate un po’! – Saint Jacques, gamberoni alla plancha, quindi alla maniera spagnola, con olio, prezzemolo e aglio, ed infine tarte tatin (che non potevo partire dalla Francia senza mangiarne una fetta!).
Insomma, che dire, come al solito il mio tempo è stato scandito dal momento in cui mi sarei apprestata a mangiare…