domenica 26 settembre 2010

Cheesecake di ricotta con frutti di bosco

Premetto che questa cheesecake ha rischiato di non vedere la luce del giorno. Il giorno prima in cui l’ho fatta mi ero cimentata in lavori domestici, anzi, più che domestici di falegnameria, e la mattina successiva, mi sono svegliata completamente dolorante dal collo in giù… purtroppo quando uno non c’ha il fisico… Ad ogni modo le opzioni sarebbero potute essere due: rimanere inerme per tutta la giornata oppure reagire. Eh vabbè, reagiamo: un pranzo domenicale senza torta che pranzo è?? Perciò mi sono sparata un Aulin e siccome avevo in frigo della ricotta perché mi era stata richiesta una crostata con ricotta e limone, ma mi andava di provare a fare qualcosa di diverso, mi sono lanciata e ho fatto le cose un po’ a caso, temendo un po’ il risultato finale, che fortunatamente, considerando la rapidità con cui è finita questa cheesecake, è stato di sicuro superiore alle aspettative! Ad ogni modo, senza troppe parafrasi, è venuta davvero bene, ufficialmente brevettata dopo questo esperimento e vi consiglio di provarla, anche se in realtà dentro non ci sia niente di così sconvolgentemente strano per una cheesecake, eccetto la base ed eccetto l’assenza di uova nella crema.

Ingredienti
Per la base
190 g di farina
75 g di zucchero
50 g di burro
1 uovo
mezza bustina di lievito per dolci
1 cucchiaio di rhum
1 cucchiaio di Amaretto di Saronno

Per il ripieno
600 g di ricotta
250 g di yogurt magro
120 g di zucchero
20 g di maizena
4 g di fior di sale
la scorza garuttuggiata di un limone

Preparazione
Preparate la base: setacciate la farina con la mezza busta di lievito e fate la classica fontana su cui distribuirete il burro fatto a pezzetti. Ponete al centro l’uovo intero, lo zucchero e il cucchiaio di Amaretto e quello di rhum. Impastate il tutto partendo dal centro con la punta delle dita, ed amalgamate fino a che non si andrà formando un pasta morbida e compatta. Formate una palla e ponetela in frigo a riposare ricoperta da una pellicola ed intanto preparate la crema. Aggiungendo un ingrediente alla volta, mischiate aiutandovi con una frusta a mano la ricotta, lo zucchero, lo yogurt, la maizena, il fior di sale e la scorza grattugiata del limone, fino a che non avrete creato una crema bella liscia. A questo punto foderate con un pezzo di carta da forno la base di uno stampo a cerniera (di circa 28/30 cm, se preferite potete anche usare uno stampo classico per crostata, ma così il tutto diventa più pratico) ed imburrate leggermente i bordi. Prendete la pasta dal frigo e stendetela a poco a poco con le mani nello stampo, andando a formare in modo omogeneo la base e il bordo intorno. Bucherellate qua e là la pasta con una forchetta e versateci la crema di ricotta e yogurt. A questo punto infornate in forno già caldo a 180° e lasciate cuocere per circa una mezzoretta, in ogni caso fino a che non vedrete colorirsi il bordo della base di pasta. Una volta sfornata la cheesecake, togliete delicatamente il bordo a cerniera e lasciate raffreddare. Infine, dopo aver lavato e ben asciugato tamponando con della carta assorbente mirtilli, more e lamponi, disponeteli a piacere sulla cheesecake. Vi consiglio di abbinarla a della frutta tipo frutti di bosco, perché il tutto insieme rimane molto delicato. Ad ogni modo nulla vi vieta di decorare la cheesecake a vostro piacere!

sabato 25 settembre 2010

Taste of Milano? Boh.. e anche bah...

Ho appena letto risollevata il giudizio della mia amica Chiara di Sorelle in Pentola. Io però mi sento di voler essere ancora più polemica. Chiara è stata molto precisa nella sua descrizione, io in realtà mi sento di dire che da descrivere c'è ben poco per come l'ho vissuta io, e che a casa mi sono portata un bel po' di delusione, viste le aspettative che avevo per questo evento. Complice, oggi, in senso negativo, c'è stata la pioggia che ha davvero creato disagi (considerando che la manifestazione si tiene al parco Sempione): i miei jeans e le mie All Star chiedevano pietà, per quanto fango hanno raccolto!! Ma al di là di questo, mi viene da dire: ho speso alla fin fine 23euro per il biglietto di ingresso che mi ha dato la possibilità di accedere agli stand e di partecipare a presentazioni/lezioni di cucina decisamente poco allettanti, poco interessanti, e male organizzate. Più mediamente 5/6 ducati (che corrispondono a 5/6euro) per ciascun piatto che ho assaggiato. Boh... e anche qualche bah... Vi lascio qualche immagine qui di seguito. Mi perdonerete, ma non ho scattato foto ai dolci: ho assaggiato la mousse di cioccolato e zenzero con cremoso al lampone (The Park Restaurant - Park Hyatt), buona ma niente di che; ed il cremino di mela e fava di tonka (Trussardi Alla Scala), questo davvero buono e particolare, degno di nota, forse tra tutti i miei assaggi quello che mi è  piaciuto di più.


Teatro degli chef - Sadler al microfono, mentre i suoi chef mentre realizzano una spuma di patate, funghi porcini, riccioli di emmentaler, zucca, patate viola e olio alla vaniglia.


Scuola di cucina, con lo chef della Masseria Torre Maizza - Savelletri di Fasano (Brindisi).


Il piatto preparato con lo chef della Masseria Torre Maizza - Tartare di sgombro in tempura di corn flakes su crema di finocchio.


Carciofo croccante ripieno di pecorino siciliano, olive e zucchine alla menta - Il Liberty.


Ravioli di patate arrosto ripieni di Grana Padano 27 mesi, aceto balsamico tradizionale e noci - Il Liberty.


Polpo su crema di patate e granita di patata arrostita - Alice Ristorante.



Paccheri farciti di stoccafisso mantecato, pesto di rucola e raspatura lodigiana - Sadler.
 

giovedì 23 settembre 2010

Focaccine salate...ripiene di marmellata!


Premetto che queste non sono per niente semplici da fare. Ma sono proprio buone e quindi se avete pazienza nel fare un tentativo, ve le consiglio davvero. La ricetta è di mia nonna (qui già un ostacolo in partenza, visto che per riuscire a farle venire bene sono al terzo tentativo, dovuto alla poco chiara indicazione di quantità da utilizzare... lei giustamente fa tutto ad occhio!). Questa pasta è la stessa che viene utilizzata per i taralli ed anche la stessa che si usa per le cartellate pugliesi. Mia nonna non fa mai mancare queste focaccine alla vigila di Natale, le porta in tavola quando arriva anche il momento della frutta secca. Ma come vi dicevo, essendo questa la ricetta anche dei taralli, si presta bene in qualsiasi momento dell'anno. Siccome sono sempre sincera, vi confesso che ancora questa pasta non mi viene buona come quella che fa mia nonna, ma ci sono vicina (anche a suo dire!). Solitamente queste focaccine si riempiono con delle marmellate molto compatte, motivo per cui si prediligono quelle fatte in casa: sono ottime con la marmellata di pere, di uva, di prugne, di mele cotogne. Io ho usato la marmellata di ananas con pepe rosa, postata poco tempo fa, che francamente non mi sentivo di mangiare a colazione sulle fette biscottate e con lo yogurt! Ma mi è sembrata perfetta per queste focaccine, ed in effetti lo è!



Prima di indicarvi gli ingredienti e la preparazione vi segnalo che questa pasta deve essere lavorata calda: il calore le consente di rimanere elastica, più si raffredda, più diventa difficile da modellare.

Ingredienti
400 g di farina
150 g di olio
125 g di vino bianco
1 cucchiaino di sale grosso
1 angolino di levito di birra (circa 4 g)

Preparazione
Setacciate la farina in una ciotola, fate il classico buco in mezzo e sbriciolatevi dentro il lievito di birra che farete sciogliere con un goccino di acqua tiepida. In un pentolino riscaldate olio e vino bianco insieme, facendovi sciogliere dentro anche il cucchiaino di sale grosso. Versate il misto di liquidi caldo (portato ad ebollizione) al centro della farina e cominciate a mischiare con un cucchiaio per evitare di ustionarvi le mani. Poco dopo, abbandonate il cucchiaio ed amalgamate il tutto con una mano. Formate una palla, questa deve essere unta ed umida. Trasferitevi su una spianatoia di legno, staccate il primo pezzo di pasta da lavorare e lasciate la rimanente che non utilizzate subito sotto una scodella, in modo che la pasta rimanga calda.

Stendete la pasta in modo sottile con il mattarello, distribuitevi sopra delle cunette di marmellata (circa un cucchiano di marmellata per ciscuna focaccina) ripiegate la pasta (oppure fatte un'altra sfoglia e sovrapponetela, ma il procedimento diventa pià complicato e meno rapido) ed andate a formare tanti piccoli rettagolini con l'aiuto di una rotellina tagliapasta.

Una volta terminate la pasta (se volete potete anche usarne un po' per fare qualche tarallino), infornate il tutto in forno già caldo a 200° per circa 30 minuti.

Durano senza problemi per un paio di settimane (sempre che vi avanzino!).

martedì 21 settembre 2010

Così si preparano le orecchiette!

Vi avevo promesso che vi avrei mostrato esattamente il processo attraverso cui si realizzano le orecchiette, ed ecco qua, vi ho fotografato pezzo a pezzo ogni singolo movimento della mia maestra di orecchiette, mia nonna! Ho avuto un un po' di difficoltà a dire il vero a fare queste foto, perchè come potrete immaginare, va velocissima e non è poi così facile rallentare i movimenti di un processo che si fa mecanicamente da anni! Mia nonna è davvero una macchina produci orecchiette, non c'è che dire...
Gli ingredienti per realizzare le orecchiette bianche sono da considerarsi in questa proporzione:
3/5 di semola
2/5 di farina bianca 00
acqua tiepida q.b.
Tenete conto che solitamente faccio per 4 persone 210 g di semola e 140 g di farina con un bicchiere di acqua scarso (dipende molto da quanto è "dura" la semola che usate).
Per preparare la pasta, setacciate le due farine ed iniziate ad amalgamare aggiungendo acqua tiepida a poco a poco, fino a che raggiungerete una bella consistenza.
N.B.!! Importantissimo!! La pasta non deve mai essere appiccicosa, più consistente è, meglio la si lavora.

Creare un salsicciotto di pasta ed inciderne un pezzetto


Pigiare il coltello ed iniziare a strisciare il pezzetto di pasta con decisione, ma al contempo con delicatezza 

Infilare l'indice tra il coltello ed il pezzetto di pasta e strisciare ancora un po'
Arrivare alla fine del pezzo di pasta strisciando con il coltello
Con un movimento rapido sollevare con le dita il pezzo di pasta ed infilarci il pollice
Creare con il pollice la forma dell'orecchietta
E con un po' di esperienza, riempirete rapidamente il tagliere di orecchiette!

sabato 18 settembre 2010

Un'altra torta di mele


Finalmente è sabato mattina, mi sono svegliata presto, riposata, piena di energia, poi apro le imposte e cosa vedo?!? Cielo grigio plumbeo :-(
Va bhé, meglio non pensarci e tirar fuori dal cassetto una delle ultime ricette fatte in campagna prima che le vacanze finissero.
La giornata in questione era incominciata nell'orto a raccogliere la frutta matura: solo mele, quintali di mele, incredibile che un solo alberello faccia tanti frutti. Frutti che ovviamente non essendo trattati in alcun modo sono attaccati costantemente da tutti gli animali che cercano di mangiarseli!!
Quindi ci siamo ritrovati in men che non si dica con un secchio pieno di mele e mio papà ha subito fatto notare che con tante mele si poteva proprio fare una torta ;-), tra l'altro ogni torta che contiene le mele è la preferita di mia mamma e quindi pronti, partenza, via!
Comincio a cercare sui blog qualche ricetta nuova, non ancora provata e vengo ingolosita da questa apportando una piccola modifica: le mele di quel famoso alberello assomigliano alle Smith e quindi non sono molto dolcissime, serviva qualcosa che contrastasse il sapore aspro e la scelta è ricaduta sulle pesche nettarine.

Crostata di mele con purea di frutta

Frolla
200 g di farina
100 g di burro
30 g di zucchero
un pizzico di sale
un uovo
un cucchiaio di acqua ghiacciata se serve

Setacciate la farina con lo zucchero e il sale, unite velocemente il burro a temperatura ambiente e infine amalgamare l'uovo e, solo se necessario, un cucchiaio di acqua ghiacciata. Coprite con della pellicola l'impasto e fatelo riposare in frigo per almeno mezz’ora.
Trascorso il tempo necessario riprendete l'impasto, stendetelo e foderate una teglia da crostate di 20 cm. di diametro. Mettete la teglia in frigorifero.

Composta di mele
2 pesche nettarine
2/3 mele piccole
50 g di zucchero

Sbucciate le mele, tagliatele a dadini e bagnatele con acqua e limone in modo che non si scuriscano. Sbucciate le pesche e tagliatele a dadini. Stufate le mele e le pesche con lo zucchero in una pentola (meglio con il fondo pesante) coperta e senza aggiungere acqua. In circa 30 minuti sono fatte, devono essere morbidissime, ma non proprio ridotte in purea. A fine cottura alzate la fiamma per far evaporare i liquidi rimasti e per caramellarle un poco, trasferite la purea su un piatto e fatela raffreddare velocemente. 

Decorazione 
1 mela Golden
½ limone
zucchero di canna (facoltativo)
burro (facoltativo)

Prendete la teglia con la frolla dal frigorifero e versate nel guscio la composta di mele e pesche.
Sbucciate la mela e bagnarla in acqua fredda e limone. Tagliatela a meta, eliminate il torsolo e con una mandolina tagliate delle fettine dello spessore di 3 mm. al massimo.
Adagiate le fettine a raggiera sulla composta, facendo in modo che si sovrappongano un poco le une alle altre. In questo modo si eviterà che in cottura la composta non rimanga scoperta.
Preriscaldate il forno a 220°, spennellate la superficie con del burro fuso e infornare. Dopo 10 minuti portate la temperatura del forno a 170° e fate cuocere per una mezz'ora.
A cottura quasi ultimata potete spennellare nuovamente la superficie della crostata con del burro fuso e dello zucchero di canna in modo che la superficie si caramelli negli ultimi minuti di cottura.

martedì 14 settembre 2010

Settembre: tempo di finferli...


Oggi sono proprio stra di corsa e devo dire ancora addormentata, mettere insieme due parole che abbiamo un senso mi sembra davvero una mission impossible... 
Sabato sono tornata dal mercato con un sacchettino pieno di finferli, li adoro da quando sono piccola e mangiavo quelli che mio papà raccoglieva nei boschi, con l'idea di farci un bel risotto. Poi, complice la fame, ho abbandonato l'idea del risotto per questo primo decisamente sfizioso.

Cipolla e burro per il soffritto (io ho saltato il passaggio ma il risultato non ne ha risentito), finferli, prosciutto crudo (lo speck sarebbe ancora meglio!!), panna, vino bianco, pepe e sale e pasta fresca; questi gli ingredienti, avendo fatto tutto ad occhio non riesco proprio a quantificarli...

Pulite bene i funghi (se non sono troppo sporchi di terra basterà un panno umido, sarebbe meglio non lasciarli in ammollo in acqua in ogni caso) e tagliateli a pezzetti piccoli. Fate imbiondire la cipolla in poco  burro, aggiungete i funghi e sfumate con del vino bianco, fatelo evaporare e aggiungere la panna, i funghi devono cuocere per una quindicina di minuti in totale. Aggiustate di sale. Prendete il prosciutto, tagliatelo a listarelle e fatelo diventare croccante scottandolo in una padella; aggiungetelo al condimento solo prima di unire la pasta e tenetene da parte un po' per guarnire il piatto. Nel frattempo fate cuocere la pasta in abbondante acqua salata, scolatela bene e unitela al condimento. Finite il piatto con del pepe nero macinato sul momento.


sabato 11 settembre 2010

Treccia dolce per la colazione del week-end



Lo so, dalla foto non sembra proprio un dolce ma un pane, però quando ho preparato la treccia e ho provato a spennellarla con l'uovo c'è stata una rivolta... ad ogni modo il gusto e la consistenza erano perfetti. La ricetta fa sempre parte degli esperimenti di fine estate fatti in campagna, ma è perfetta per la colazione della domenica, anche perché prepararla richiede un tempo non indifferente e ben tre lievitazioni.
Con questa ricetta ho anche sperimentato per la prima volta il lievitino, e difatti ricordo che c'era un po' di preoccupazione in cucina durante la preparazione e ancor di più durante i tempi di attesa. Penso sia stato l'impasto più controllato della storia, con ben 4 persone che ne controllavano i progressi passando dalla cucina... ma lo sforzo è stato pienamente ripagato dalla bontà e dalla scia di profumo che si disperdeva sul terrazzo di casa!!
Veniamo ora al procedimento per fare questa delizia...

Ingredienti:

Lievitino
1 cubetto di lievito di birra
100 gr. di acqua 
100 gr. di farina 00

Impasto
400 gr. di farina 00
100 gr. di acqua
50 gr. di latte
150 gr. di zucchero
50 gr. di burro
1 cucchiaino raso di sale
1 uovo

Per guarnire
uovo o latte
granella di zucchero

Preparazione:

Preparate il lievitino sciogliendo il lievito di birra nell'acqua tiepida e impastate rapidamente con la farina e lasciate lievitare per mezz'ora. Inizialmente il composto sarà molto liquido, mentre al termine della lievitazione avrà aumentato il suo volume e apparirà così:


Nel frattempo mettere lo zucchero, l'acqua e il latte in un pentolino e far sciogliere completamente lo zucchero ottenendo uno sciroppo, togliere dal fuoco e far raffreddare.
Unire la farina, lo sciroppo di acqua latte e zucchero (completamente freddo), il burro sciolto e il sale con i lievitino e impastare; il composto risulterà molto morbido ma se lo ritenete necessario potete aggiungere un poco di farina. Coprite l'impasto e lasciatelo lievitare almeno un'ora.
Prendete l'impasto lievitato, mettetelo su una spianatoia e dividetelo in tre parti uguali. Formate tre serpentoni ed intrecciateli direttamente sulla teglia del forno ricoperta di carta da forno. Spennellate la treccia con del rosso d'uovo o del latte, cospargetela di granella di zucchero e lasciatela lievitare un'altra mezz'ora.
Cuocete in forno preriscaldato a 180° per 35 minuti, a me ne sono bastati venti.

giovedì 9 settembre 2010

Confettura di pere coscia

Cosa c'è di meglio che alzarsi la mattina e poter gustare la confettura preparata la sera prima? Ovviamente quella avanzata che non è riuscita a riempire un vasetto intero. Altra regola sulle marmellate/confetture che ho imparato (anche a mie spese) in questi giorni di loro produzione intensa: nel caso in cui avanzasse poco composto non in grado di riempire un vasetto, non sperate che si  formi il sottovuoto mettendendo il barattolo a testa in giù, come invece succederà agli altri barattoli pieni. Oppure, se il barattolo sarà pieno per metà, magari al barattolo si formerà il sottovuoto, ma nel giro di qualche giorno, vedrete comparire della muffa sulla superficie della conserva. Questo perchè nel barattolo sarà presente nella quantità che non avete riempito aria, troppa. ATTENZIONE: se compare muffa, o se il barattolo che state aprendo non fa "clac", non fatevi commuovere (come succede a me) e buttate via tutto senza esitazione. Quindi, cosa si fa con i vasetti non riempiti completamente: si aspetta che si raffreddino e poi li si mette in frigo e li si mangia nel giro dei giorni successivi.
Ma torniamo al sabato mattina del dolce risveglio in questione... Adoro la confettura di pere, in assoluto una delle mie preferite. In assoluto una delle mie preferite, ad eccezione del fatto che sia fatte in casa, perchè non ho mai trovato una confettura di pere in commercio che mi aggradasse allo stesso modo, normalmente sono sempre troppo dolci o troppo "mappazzose". Mentre quella che si fa in casa ha una marcia in più, buonissima. Quindi vi consiglio spassionatamente di provare a farla, specie in questa stagione, quando ancora ci sono le perine coscia che arrivano direttamente dalla calda Sicilia, che hanno quel sapore zuccherino e quella consistenza tali da aggiudicarsi il primo premio per la miglior pera con cui realizzare la confettura (senza comunque niente togliere ad abate&co.)

Ingredienti
2 kg di pere coscia mature (1,4 kg sbucciate e detorsolate)
500 g di zucchero
il succo di mezzo lime

Preparazione
Lavate, sbucciate, detorsolate e fate a pezzetti le pere, direttamente nella pentola capiente che andrete ad usare durante la cottura, in modo che il succo che perderanno durante queste operazioni di "accoltellamento" non vada perso. Aggiungete il succo di mezzo lime ed infine lo zucchero a poco a poco, mescolando ed amalgamando il tutto con un mestolo di legno.
Lasciate riposare le pere per un venti minuti, intanto mettete in forno a 120° i barattoli di vetro in precedenza lavati insieme ai loro coperchi con acqua calda e detersivo. I barattoli dovranno stare in forno almeno mezzora e dovrete poi lasciarli dentro fino a che non li utilizzerete per riempirli di confettura, in questo modo si sterilizzeranno.
Passato il tempo di macerazione delle pere con lo zucchero, accendete il fuoco a fiamma alta fino a che non comincierà a bollire, da quel momento abbassate di un po' la fiamma, e lasciate cucere per circa 40 mintui, girando di tanto in tanto in modo che non si attacchi niente al fondo della pentola bruciandosi. Per le pere ci vuole più tanto per farle cuocere, per via proprio della gran quantità di succo che rilasciano.
Una volta passati questi 40 minuti e la confettura si è rappresa, spegnete il fuoco e con il mestolo di legno mescolate il tutto per circa 5  minuti, in modo che il composto inizi a legare. Togliete dal fuoco i barattoli, riempiteli, accertatevi che i bordi siano puliti, sigilatte i barattoli con i coperchi ben asciutti e rivoltate i barattoli a testa in giù per creare il sottovuoto. Copriteli con un canovaccio e lasciateli riposare per l'intera notte o comunque fino a che non si saranno raffreddati. A quel punto, rigirandoli, noterete che il coperchio non farà più "clac" e che quindi il sottovuoto è regolarmente avvenuto.

lunedì 6 settembre 2010

Torta morbida con pesche di Volpedo

Il primo commensale che con ingordigia si è avventato su questa torta ancora bollente, appena uscita dal forno, ha così commentato “Paola, questa volta hai toppato, non mi piace, è pesantissima”. In un primo momento: panico. Dopo un secondo mi sono ripresa e mi sono detta “ovvio, è ancora calda, le pesche hanno lasciato con il loro succo umidità nell’impasto; e per forza è pesante, ci sarà almeno un chilo di pesche”. Quindi l’ho snobbato. Porto alla fine in tavola questa torta (vergognosamente senza una fetta), raffreddata al punto giusto. Nel giro di poco finisce, raffreddata era ottima (per fortuna). Ecco qui la ricetta, l’ho un po’ arrangiata facendo un mix con le altre basi per torte morbide. È un mix che mi ha dato molta soddisfazione, vedrete come si gonfierà non appena la metterete in forno! L’unica cosa che cambierò la prossima volta è la quantità di pesche, sicuramente da ridurre, e sicuramente ne utilizzerò di meno mature, in modo che rilascino meno succo e la torta si riesca a cuocere più velocemente (l’ho dovuta lasciare un’ora nel forno!). Quindi vi do già gli ingredienti aggiustati.

Ingredienti
2 uova
200g di zucchero
1 pizzico di fior di sale
100 g di burro fuso a bagnomaria
250g di yogurt magro (2 vasetti)
300 g di farina
1 busta di cremortartaro (o 1 bustina di lievito per dolci)
3 grosse pesche gialle di Volpedo
zucchero di canna q.b.

Preparazione
Per prima cosa, sciogliete il burro a bagnomaria e lasciatelo raffreddare. Montate per un tre/cinque minuti con una frusta elettrica le uova con lo zucchero e il pizzico di fior di sale. Intanto sbucciate le pesche, fatele a tocchetti della dimensione che preferite e lasciatele da parte. Alle uova montate con lo zucchero, unite quindi il burro fuso raffreddato, e sempre continuando a mescolare con la frusta, aggiungete lo yogurt, un vasetto per volta, la farina a poco a poco ed infine il cremortartaro. Come vi avevo già scritto, vi consiglio di utilizzare il cremortartaro per impasti di questo tipo, perché li rende morbidissimi, molto più che una normale busta di lievito per dolci. Trasferite il composto in una teglia rivestita da carta forno (io ho usato uno stampo con un diametro di 26 cm, volevo che la torta fosse bella alta, ma se lo preferite, potete usare anche uno stampo da 28 cm). Disponete in superficie i tocchetti di pesca, pigiandone alcuni un po’ più a fondo, mentre la maggior parte lasciatela per metà in superficie. Infine, spolverate pesche e impasto con qualche cucchiaino di zucchero di canna. Infornate in forno già caldo a 180° per circa un 45 minuti o comunque fino a che non avrete constatato che anche in mezzo, dove si sarà andato a concentrare il succo delle pesche, la torta non si sarà cotta (usate sempre il metodo dello stuzzicadenti).

venerdì 3 settembre 2010

Lo gnocco fritto


Devo ammettere che quest'anno sto veramente facendo fatica ad abbandonare i ritmi vacanzieri, o meglio, non ne ho proprio l'intenzione e anche se la sera comincia a fare freschino mi piace ancora stare all'aperto e sostituire la cena con l'aperitivo... e anche con il blog ho un po' il blocco dello scrittore. Fortuna che ho approfittato degli ultimi giorni in campagna per cucinare qualcosa di nuovo! Ovvio che in campagna i tempi sono rilassati e di conseguenza anche le ricette (vedi foto sopra); va bene tutto, ma in città il ristorante sotto casa offre lo gnocco fritto due volte la settimana e mai mi sognerei di farlo in casa!!
Comunque, devo dire che anche se la paternità dello gnocco fritto, magari con culatello e lambrusco, viene attribuito all'Emilia, sono sempre più convinta che questo piatto unisca tutta l'Italia. Certo con nomi e forme diverse, magari anche qualche variazione nella ricetta, ma finora ho trovato qualcosa di simile un po' ovunque.... Da piccola erano gli sgabei in Lunigiana, nel piacentino la chiamano chisola (tra l'altro per chi volesse festeggiare c'è la sagra dedicata a chisola e Ortrugo proprio questa domenica a Borgonovo (PC), qui altre info), in Puglia ho scoperto le pittule, e chi sa quante altre varianti ci saranno in giro per l'Italia...
Ma ora vi lascio alla ricetta, tra l'altro nel pieno rispetto della tradizione piacentina ho provato lo strutto e ho scoperto che lascia la pasta molto meno unta rispetto all'olio.

Ingredienti:

500 gr. di farina manitoba
2 cucchiai di olio di oliva 
125 ml. di acqua*
125 ml. di latte*
25 gr. di lievito di birra 
un cucchiaino raso di sale
strutto per friggere, va benissimo anche il classico olio di semi, ma stavolta volevamo seguire la tradizione ;-) 

*potete variare le quantità di acqua e latte (lasciandone invariato in totale) seguendo le vostre preferenze: con più latte l'impasto resterà più morbido, con più acqua diventerà invece più croccante.

Preparate il classico impasto per il pane amalgamando la farina, l'olio e il sale. Fate intiepidire sul fuoco il latte e l'acqua e scioglietevi dentro il lievito di birra. Unire a poco a poco i liquidi alla farina e impastare fino ad aver ottenuto un impasto liscio e leggermente umido. Mettetelo a lievitare in una ciotola coperto da un panno. Con il caldo che fa in questi giorni, dove sono io, di correnti d'aria nemmeno l'ombra ... 
Dopo mezz'ora è già pronto per essere utilizzato. Prendete quindi l'impasto, dividetelo in piccoli pezzi e stendeteli con l'aiuto di un mattarello fino ad ottenere uno spessore sottile. Friggete in abbondante strutto caldo per pochi minuti da un lato e dall'altro e appoggiateli su della carta assorbente in modo che perdano l'unto in eccesso. Salateli e mangiateli ancora bollenti.



mercoledì 1 settembre 2010

Facciamo il bis?!?


Vi starete chiedendo "di nuovo fiori di zucca"?? Ebbene si :-)
Per intenderci, io faccio parte di quel gruppo di persone che vanno matte per questo piatto e ogni volta che vado in campagna passo la serata ad innaffiare le piante di zucca e zucchina dell'orto per avere la certezza che i fiori del giorno dopo siano abbondanti e rigogliosi e questa volta è andata più o meno così... ho innaffiato le mie piantine per due sere consecutive ma per un motivo o per l'altro i fiori di zucca non si potevano cucinare, così la sera prima di tornare in città sono passata a raccogliere tutto quello che si poteva raccogliere.
La ricetta della pastella che uso è quella di mia nonna e per intenderci è la stessa che vi avevo postato qui fatta eccezione per il riso ovviamente! Ho provato anche a friggerli utilizzando una frittura più semplice che prevede solo birra e farina, ottima soluzione per le zucchine ma per i fiori continuo a preferire la versione della nonna che vi riporto qui sotto:

Ingredienti:

1 uovo
160 ml. di latte
6 cucchiai di farina 
sale
acqua frizzante o 1/2 cucchiaino di lievito
olio per friggere

Rompete l'uovo in una bastardella e sbattetelo senza montarlo; unite la farina un cucchiaio per volta facendo attenzione a non formare grumi e aggiungete sempre a poco a poco il latte. Salate la pastella e aggiungete il lievito o un goccio di acqua frizzante e lasciatela riposare.
Nel frattempo pulite delicatamente i fiori e tamponateli con un panno per asciugarli. Il pistillo dei fiori di zucca deve essere tolto mentre quello dei fiori di zucchina potete anche lasciarlo. Immergete i fiori nella pastella e friggeteli in abbondante olio bollente. Non aspettate che si raffreddino per mangiarli!!

P.S. non ve l'ho ancora detto: ben tornati!!