domenica 28 febbraio 2010

Casa Labra e Casa Alberto


Concludo questo breve excursus madrileno per sgnalarvi due posticini dove andare a mangiare.
La prima sera, dopo aver girovagato per il quartiere di Chueca alla ricerca di un locale di nostra ispirazione, siamo tornati rassegnati nella zona intorno a Plaza del Sol, pullulante di gente e di ristorantini. Per non sbagliare, su suggerimento di Paolo, ci siamo fiondati a Casa Labra,ristorante storico e noto per come viene preparato il baccalà, gremito di gente nella zona adibita a tapas e con disponibile una saletta davvero carina per cenare in pace, che avrà sì e no 20 coperti, e dove per fortuna abbiamo trovato subito posto.
Lo consiglio, oltre che per l'atmosfera particolare, anche per il baccalà che ovviamente abbiamo mangiato, condito con un buon sughino.
Apro però una parentesi sul baccalà: dopo essere stata in Portogallo ed averlo mangiato in tutte le sue forme (sublime con le cipolle al forno....), qualsiasi baccalà che mangi, all'infuori di quello cucinato da mia nonna (davvero notevole), mi pare sì buono, ma non buonissimo... Va considerato anche il fattore "prezzo ristoranti portoghesi": dopo che si mangia pesce freschissimo e saporitissimo, cucinato a regola d'arte anche nella peggiore bettola di Coimbra, a quattro soldi per tre settimane, nessun paragone regge...


La sera seguente ci siamo detti "facciamoci un altro ristorante storico": Casa Alberto. Anche qui l'ingresso è zeppo di gente che, appoggiata a dei tavolini ed al bancone, si gusta le sue tapas accompagnate dal vermouth alla spina per cui Casa Alberto è famosa. Noi ci siamo infilati in fondo al locale nella saletta per cenare: solomillo (filetto di carne) con crema ai funghi, calamari alla griglia con cipolline confit, pinta, e torta della casa (una torta di mele con crema per Andrea e una cheesecake con salsa di mirtilli neri niente male per me).

Da segnarsi anche questo posticino.


sabato 27 febbraio 2010

Mercado de San Miguel

Questo posto mi ha davvero affascinata... Paolo, il mio collega, mi aveva consigliato di andarci, ma dopo essere passata per Plaza Major me lo sono ritrovata davanti per puro caso. Chiamarlo mercato è riduttivo, forse bisognerebbe almeno concedergli il titolo di Signor Mercato, perchè non ha niente a che spartire con, ad esempio, i mercati comunali milanesi o la Boqueria di Barcellona, pittoreschi quanto caotici. Qui dentro ogni commerciante ha il suo spazio ordinato e pulito e mette in mostra i propri prodotti con una cura che attira subito l'attenzione. La gente ci va principalmente per mangiare direttamente sul posto: ogni stand è attrezzato per servire tapas con buon calice di vino tinto od una bella pinta di birra fresca. Se siete a Madrid, non potete non andare a farci un salto...



La salumeria.



L'ombrellaio/fiorista.


La pasticceria.



Vendevano anche i macarons, ma nonostante questa considerevole composizione, l'aspetto dei macarons non era per niente invitante (vedi anche il prezzo, 34 euro al kg contro la media dei 72 euro al kg degli autentici macarons parigini).




La bottiglieria.



Il pastificio.



Il pescivendolo.

Qui si possono mangiare al banco ad un prezzo irrisorio anche le ostriche accompagnate da un calice di spumante.

venerdì 26 febbraio 2010

Churros a volontà

Forse non è proprio il massimo fare colazione a base di cibo fritto, ma una volta che si è Madrid come si fa a non mangiare cioccolata e churros? La mattina a colazione è stata in realtà la scelta più stategica, per due motivi: il primo, si ha tutto il giorno per smaltire le calorie ingurgitate, il secondo, se siete persi nei meandri delle disordinate sale del Prado dalla mattina e si sono fatte ormai le 15 la fame per il pranzo non vi toccherà minimamente...
Oltretutto, di fronte ad un fratello entusiasta di mangiare quello che lui definisce il matrimonio perfetto delle sue due più grandi passioni, il cioccolato e il fritto, me ne sono guardata bene dal fare la salutista e senza ritegno mi sono anche io divorata i miei cari churros prosciugando la tazza di cioccolata fumante.
Segnalo due posti che abbiamo provato (bando a chi non lascia la via vecchia per quella nuova):




> la cioccolateria Valor (Postigo de San Martin 7), dove se non altro di prima mattina potrete trovare posto per sedervi senza problemi in tutta calma;



> la cioccolateria San Ginés (Pasadizo de San Ginés 11), già indicatao dalla Lindolina, cioccolateria storica aperta 24h su 24, dove per trovare posto a sedersi sarà un vero delirio. Il consiglio è fare lo scontrino alla cassa, portarselo al piano inferiore del locale, fiondarsi al primo tavolo libero che vedete ed aspettare che passi il cameriere a ritirarvi lo scontrino per portarvi la tanto attesa cioccolata con churros.
Detto questo, dovendo scegliere, alla san Ginés sia la cioccolata (più densa) sia i churros (meno fritti) sono molto più buoni...

martedì 23 febbraio 2010

Risotto pere e gorgonzola

Gli integralisti del risotto saranno disgustati nel leggere il procedimento che utilizzo per prepararlo. Sì perchè io lo faccio con la pentola a pressione... Ma a me proprio non interessa, mai più utilizzerei il metodo classico, quando metto la metà del tempo nel prepararlo così ed il risultato è altrettanto buono!

Vi riporto qui un classico tra i risotti un po' particolari, che merita di essere provato se non vi ci siete mai applicati.

Ingredienti (per 4 persone)
1 scalogno
2 pere kaiser
150 g di gorgonzola
300 g di riso carnaroli
1 litro brodo vegetale
sale grosso q.b.
olio q.b.
vino bianco q.b.

Preparazione
Preparate subito il brodo (una cosa veloce, dado vegetale fatto sciogliere sul fuoco in una pentola con l'acqua). Nella pentola a pressione, soffriggete a fiamma moderata in un po' d'olio extravergine d'oliva lo scalogno finemente affettato, le pere fatte a dadini e due pizzichi di sale, mescolando in continuazione con un cucchiaio di legno per evitare che il tutto si attacchi al fondo.

Una volta dorato lo scalogno e ammorbidite le pere, alzate la fiamo e aggiungete il riso insieme al sale (fate voi, a seconda di quanto salato mangiate) e fatelo tostare, sempre mescolando. Quindi riabbassate la fiamma e sfumate con abbonadante vino bianco, mescolate fino ad assorbimento e, rialzate la fiamma e coprite il tutto con il brodo. Chiudete la pentola a pressione, aspettate che la pentola fischi, quindi abbassate il fuoco e fate cuocere per 9 minuti. Passato questo tempo, spegnete il fuoco, fate uscire tutto il vapore, scoperchiate, riaccendete il fuoco e terminate la cottura mescolando (in questo modo potrete anche vedere se il brodo messo era troppo o troppo poco, quindi se troppo mescolando si andrà ad asciugare, se poco aggiungetene altro). Poco prima che la cottura sia stata raggiunta, aggiungete il gorgonzola a dadini e mescolate fino a completo scioglimento (ricordate che è riso, non polenta: mantecate delicatamente). Infine impiattate e mangiate!

domenica 21 febbraio 2010

Pane di farro integrale

Come sapete, mi piace un sacco impastare e non vedevo l'ora di fare un buon pane un po' diverso.
Sulla newletter della Cucina Italiana ho trovata qualche settimana fa questa ricetta, ho modificato un paio di cose e il risultato vi assicuro che merita il periodo di preparazione: ho iniziato ad impastare alle 9 del mattino ed ho infornato alle 18.30! Penso che la prossima volta lo preparerò la sera prima e lo lascerò lievitare durante la notte...
Vi dico solo che è durato tre giorni ed è sempre rimasto morbido all'interno e croccantino all'esterno, come appena sfornato.


Ingredienti
300 g di farina manitoba
100 g di farina integrale più un po’ per il canovaccio
100 g di farina di farro integrale
30 g di lievito di birra
12 g di fior di sale
10 g di zucchero
10 g di olio extravergine d'oliva

Preparazione
Sbriciolate finemente il lievito tra le mani e unitelo a g 250 di farina manitoba; aggiungete anche lo zucchero e g 150 di acqua circa.
Impastate gli ingredienti, tirando l’impasto e raccogliendolo a palla, finché non sarà omogeneo e liscio. Ponete il “panetto” ottenuto in un’ampia ciotola, copritela con un canovaccio bagnato e strizzato e lasciatelo lievitare per 45', avvolgendo la ciotola in una coperta e avvicinandola ad un calorifero in modo che l'impasto rimanga al caldo.
Trascorso questo tempo,impastate il panetto con la farina manitoba rimanente, la farina integrale e quella di farro, l’olio e g 120 di acqua, nella quale avrete sciolto il fior di sale (non dimenticate il sale!!). Lavorate a mano i l tutto. Coprite il nuovo impasto con il canovaccio bagnato e strizzato e fatelo lievitare per 45' riavvolgendolo nella coperta vicino al calorifero. Alla fine “sgonfiatelo” per rompere la lievitazione, lavorandolo a mano per pochi istanti.
Foderate una grande ciotola con un canovaccio asciutto, spolveratelo con farina integrale, adagiatevi l’impasto, copritelo con il canovaccio umido e lasciatelo lievitare (sempre avvolto nella coperta vicino al calorifero!) finché non sarà triplicato di volume (più lievita meglio è, io l'ho lasciato per 5/6 ore).
A lievitazione avvenuta, ribaltatelo con cautela su una teglia coperta di carta da forno, fate tre incisioni sulla superficie belle profonde ed infornatelo a 180 °C per 50 minuti circa.
Vi consiglio di conservarlo avvolgendolo in un canovaccio e successivamente nel classico sacchetto di carta da pane.




sabato 20 febbraio 2010

Muffin di ricotta con noci e miele



Da un po' di giorni avevo voglia di muffin, una ricetta nuova, stuzzicante... e la prima colazione del week end mi è sembrata perfetta.
Finalmente sabato! Per due giorni solo relax e divertimenti :-)

Ecco la ricetta (per 7 muffin):

200 gr di ricotta
150 gr. di zucchero
100 gr di farina 00
100 gr di farina integrale
2 cucchiai di miele di lavanda
5 noci
una bustina di lievito
2 uova

In una bastardella mescolate lo zucchero e le uova, e quando sono ben amalgamati aggiungere la ricotta. Incorporate le due farine e il lievito. Unite il miele (se usate quello solido, stemperatelo prima in un cucchiaio di latte) e le noci tritate.
Riempite dei pirottini per 3/4 con l’impasto e infornate in forno caldo per circa 15/20 minuti a 200°. Verificate la cottura: la ricotta è piuttosto delicata.

venerdì 19 febbraio 2010

Crostata morbida con pere e pinoli

Per questa crostata mi sono ispirata ad una ricetta che ho trovato sul numero di febbraio del giornale di cucina del Corriere - peraltro davvero un bel giornale, comincio a preferirlo ad altre riveste "storiche" del settore. Nella ricetta originale andrebbero messe le noci, ma non le avevo e ho usato i pinoli, che ad essere sincera preferisco, perchè quando li si trita sono meno unti ed hanno anche un gusto meno invasivo.

Lo spunto brillante di questa ricetta riguarda il fatto che la frolla la si rilavora dopo il classico periodo di riposo aggiungendo una mezza busta di lievito sciolto in un cucchiaio di acqua: questo fa sì che la frolla si ammorbidisca del tutto, diventando appiccicaticcia, e cuocendosi diventa bella morbida, una via di mezzo tra una torta tipo torta margherita ed una frolla classica.

Ingredienti
frolla (la ricetta qui)
3 pere
40 g di pinoli tritati grossolanamente
1/2 busta di lievito
zucchero di canna

Procedimento
Pulire le pere e farle a fettine. Come dicevo, una volta fatta la frolla al solito, adagiarla in una ciotola, versarci dentro i pinoli tritati grossolanamente, un quarto delle pere tagliate (diciamo i pezzi tagliati male, e ridotti ulteriormente a tocchettini) ed il lievito sciolto in un cucchiaio di acqua. Mescolare tutto in un primo momento con la mano per far assorbire alla frolla il resto degli ingredienti e poi con una spatola.
Imburrare una tortiera per crostate e versare il composto distribuendolo in modo omogeneo.
Infine disporre a raggiera le fettine di pera tenute da parte e spolverizzare la superficie con dello zucchero di canna.
Infornare in forno già caldo a 180° per circa 30 minuti.
Davvero semplice e buona. Anche in questo caso, vi consiglio di provarla!

giovedì 18 febbraio 2010

Strudel di coste

Purtroppo faccio parte di quel gruppo di persone che detestano mangiare le verdure anche in età adulta... d'inverno poi mi sembra che le verdure commestibili (n.b. che io considero commestibili) siano veramente pochissime, ed è così che mi trovo a mangiare zucchine un giorno si e uno no.
Così ogni tanto faccio esperimenti con le verdure che non mi dispiacciono, cercando di renderle appetibili ai miei occhi.

Questo è uno di quegli esperimenti, devo dire riuscito molto bene e apprezzato non solo da me :-)!!

Ingredienti:
1 rotolo di pasta sfoglia
1 cespo di coste
1 cucchiaio di pinoli
1 cucchiaio di uvetta
1 scalogno

Procedimento:
Mettere in ammollo l'uvetta in poca acqua tiepida.
Far bollire le coste in abbondante acqua salata per un quarto d'ora (l'ideale sarebbe mettere prima la parte bianca e dopo una decina di minuti aggiungere le foglie), scolare e far raffreddare.
Tostare i pinoli in una padella.
Far appassire lo scalogno in una padella con un filo d'olio, poi aggiungere le coste tagliate a fettine e fare insaporire per 5 minuti. Aggiungere alla verdura i pinoli e l'uvetta e far raffreddare il composto.
Adagiare la pasta sfoglia sulla teglia e bucherellare la parte centrale del fondo, poi disporre il composto freddo nella parte centrale e richiudere il lembi di pasta sovrapponendoli e facendo ben attenzione a sigillare i bordi.
Incidere la parte superiore dello strudel facendo dei tagli obliqui paralleli ed infornare a 200° per mezz'ora circa. (prima di infornare si può spennellare la superficie dello strudel con dell'uovo sbattuto)

mercoledì 17 febbraio 2010

Tortelli di Carnevale


Questa è una cosa alquanto anomala, pubblicare una ricetta senza prima averla provata.
Ma molti di voi mi hanno chiesto la ricetta dei tortelli di Carnevale che durante il weekend scorso non sono più riuscita a fare (la casa era a già a sufficienza pregna di odore di frittura post chiacchiere!!). Quindi vi scrivo la ricetta prima che finisca Carnevale, ripromettendomi di farla anch'io appena possibile. Questa ricetta ad ogni modo è più che sperimentata, è quella che fa sempre mia mamma, e vi assicuro che è strepitosa. Le sue origini risalgono a quando mia mamma aveva sedici anni e la sua compagna di banco nipote di pasticcere gliela passò. Come ogni ricetta per i tortelli che si rispetti, noterete una gran quantità di uova: probabilmente per una deviazione familiare, anche mia mamma è sempre piuttosto intimorita ad utilizzare più di 3 uova per ricetta, quindi, anche se non cambia niente se non la forma, fa sempre metà dose, l'impatto con le uova da rompere è sicuramente meno traumatico. Non per scoraggiarvi, ma vi anticipo anche che questa non è una ricetta semplice, bisogna seguire tutti i passaggi senza ometterne alcuno ed incrociare le dita nella speranza che il risulato sia quello aspettato, un po' come succede quando si preparano i bignè! Ma se i vostri tortelli vengono bene, vi assicuro che lo sforzo che metterete nel friggere sarà premiato...

Ingredienti
250 g di farina
1/2 litro scarso d'acqua
80 g di burro
1 pizzico di sale
7 uova o 6 uova grosse

Preparazione
Fate sciogliere a fiamma bassa nell'acqua il burro e il pizzico di sale.
Una volta sciolto il tutto, aggiungete poco alla volta la farina e mescolate fino a che la pasta non si stacca dalla pentola.
Trasferite il composto in una ciotola capiente e fatelo raffreddare. Una volta freddo, aggiungete un uovo per volta ed impastate con le mani (se proprio vi fa senso, usate un cucchiaio di legno). Mi raccomando, l'uovo successivo va aggiunto solo quando il precedente si sarà ben amalgamato al resto dell'impasto. Aggiunte tutte le uova, impastate per almeno un cinque minuti (la ricetta detta 15 minuti, ma mia mamma non impasta mai per più di 5).
Aiutatevi con un cucchiaino per dare la forma ai tortelli versandoli direttamente e facendoli friggere in olio bollente.
Fate rotolare ciascun tortello in zucchero a velo o semolato, oppure a piacere riempiteli con crema pasticcera.


martedì 16 febbraio 2010

Laxpudding... versione light



L'altra sera mi sono ritrova con del salmone affumicato da finire con una certa urgenza e non sapevo come cucinarlo fino a che non mi sono imbattuta nel Laxpudding (pubblicato su Sale&Pepe), un piatto svedese che solitamente si cucina durante le festività natalizie.
La ricetta originale prevedeva anche panna fresca e uova ma ho preferito eliminarle; e, per dover di cronaca, avrei dovuto impiegare del gravlax di salmone (salmone marinato all'aneto) e non del salmone affumicato.....
In ogni caso il risultato è stato ottimo!!

Ecco gli ingredienti:

100 gr. di salmone affumicato
300 gr. di patate
1 cipolla (bianca o dorata)
olio
sale
pepe bianco
burro

Tagliare le patate a fette sottili e metterla in una pentola con dell'acqua fredda. Cuocere per 5 minuti da quando l'acqua comincia a bollire. Far appassire la cipolla anch'essa tagliata a fettine sottili con un filo d'olio per una decina di minuti (aggiungere un poco di acqua se necessario). Scolare le patate e farle insaporire con le cipolle per qualche istante, aggiustare di sale e pepe.
Prendere una teglia da 0,5 l e imburrare il fondo. Disporre un primo strato di patate seguito da uno di salmone e così via fino a finire gli ingredienti, terminare con un ultimo strato di patate e cipolle. Mettere qualche ricciolo di burro sulla superficie ed cuocere in forno per 40 minuti a 200°. La superficie deve risultare leggermente dorata e croccante, se necessario coprire con dell'alluminio durante la cottura.

P.S. La foto non gli rende giustizia ...

lunedì 15 febbraio 2010

Lasagne al pesto

Credevate che sapessimo fare solo dolci, vero?? In realtà ci adopriamo a fare un po' di tutto, ma volete mettere la soddisfazione che si prova nel fare un dolce ben riuscito? E nel fotografarlo? Si presta sicuramente di più... Guardate queste lasagne: che valore aggiunto vi danno? Il problema è che sono anche meno ispirata a fotografare i cibi salati... Oltre al fatto che le foto le devo scattare in fretta e furia, sennò il tutto si raffredda... Ma molti di voi ci hanno chiesto qualche variazione al tema "dolce", quindi, dopo il pesce della Lindolina, e dopo le "torte salate" (che sempre torte sono...), eccomi qua con delle lasagne... Vi segnalo che queste, oltre ad essere facili da preparare, sono anche davvero molto gustose. Oggi ho usato il metodo ultra rapido della Stefania, l'amica di mia mamma, e mi sa che non lo abbondono più nemmeno per le prossime volte!

Ingredienti
1 confezioni di pasta fresca Rana (segnalo queste perchè secondo me è la migliore)
1 vasetto di pesto (circa 160 g)
pinoli q.b.
parmigiano q.b.
mezza scamorza o galbanino

Per la besciamelle
1/2 litro di latte
1 cucchiaio colmo di farina
noce moscata q.b.
sale q.b.

Preparazione
Come prima cosa, preparate la besciamelle, è necessario utilizzarla fredda.
Riscaldate il latte portandolo quasi a ebollizione , versartene prima un poco in una pentola dove avrete setacciato il cucchiaio ben colmo di farina, in modo da stemperare subito tutti i grumi più facilmente. Quindi versate il resto del latte e mettete la pentola sul fuoco. Mescolate in continuazione con una piccola frusta fino a che il liquido non si addenserà (l'addensamento corrisponde al momento dell'inizio ebollizione), in quel momento grattuggiate la noce moscata a piacere ed aggiungere un pizzico di sale. Spegnete il fuoco, coprite la pentola con il suo coperchio (serve a non far creare la pellicina alla besciamelle) e lasciate che si raffreddi.

Intanto affilate la scamorza con il grattuggia carote e grattuggiate anche il parmigiano.

Una volta raffreddata la besciamelle, versateci dentro il vassetto di pesto e mescolate. Con un velo di questo primo intingolo, ricoprite la base di una pirofila (adatta a circa 6 persone), quindi cominciate a disporre il primo strato di pasta. Alla besciamelle ed al pesto unite a questo punto anche la scamorza sfilettata e mescolate per bene. Ogni strato dovrete così comporlo: besciamelle/pesto/scamorza, una piccolissima spolverata di parmigiano, una manciatina di pinoli e subito un altro strato di pasta. Riempite in questo modo la pirofila a seconda della sua profondità (nella mia ad esempio ci stanno 5 strati) e concludete con besciamelle/pesto/scamorza, un abbondante spolverata di parmigiano e pinoli.
Mi raccomando a far rientrare all'interno della pirofila i bordi, rimborsateli aiutandovi con un cucchiaio ed accertatevi che siano ben conditi con besciamelle e pesto: questo per evitare che durante la cottura i bordi per l'appunto si secchino.

Cuocete in forno già caldo a 200° per circa 20 minuti.

domenica 14 febbraio 2010

Happy Valentine's Day (?!?)

Premetto che io aborro il San Valentino, ma proprio nella maniera più categorica. Ad ogni modo qualche giorno fa sfogliavo il volume di dolci per bambini della collana dei Maestri Pasticceri, e dei lecca lecca a biscotto hanno attirato la mia attenzione. Quindi mi sono detta, perchè non far diventare questi lecca lecca a forma di cuoricino, questo benedetto San Valentino casca a fagiulo... E così ho fatto. Sono molto semplici e riempiono di soddisfazione, perchè il risultato è davvero simpatico!

Ingredienti
frolla (la solita ricetta che trovate qui)
80 g di cioccolato fondente
15 g di cioccolato bianco (facoltativo)
bastoncini di legno lunghi

Procedimento
Preparare al solito la frolla. Dopo il canonico periodo di riposo in frigo, stenderla non in modo troppo sottile (lo spessore deve essere di circa 2/3 mm) ed incidere delle formine con un coppapasta a forma di cuoricino. Il bastoncino dovrà essere messo in mezzo a due formine di pasta, che andrete a sovrapporre tra di loro in modo che sembri essere un unico biscotto. Cuocete in forno già caldo a 200° per circa 10/15 minuti.

Fate raffreddare i biscotti, quindi sciogliete a bagnomaria il cioccolato fondente, e pucciatevi i cuoricini in modo da ricoprirli completamente su entrambi i lati. Una volta completato questo procedimento, tenete i cuoricini per il bastoncino a testa in giù in modo che si sgoccioli il cioccolato in eccesso ed appoggiateli su carta da forno, in modo da far asciugare e rapprendere il cioccolato. Se volete accellerare il processo di indurimento del cioccolato, potete anche metterli in frigo.

A vostra discrezione, una volta che il cioccolato sui biscotti si sarà indurito per bene, sciogliete sempre a bagnomaria il cioccolato bianco, fate con pezzo di carta forno un cornetto con il beccuccio molto molto stretto (per chiudere il cono date due punti con una pinzatrice, lo scotch non tiene sulla carta forno), versateci dentro il cioccolato bianco fuso, e decorate a piacere i vostri lecca a forma di cuoricino. Assicuro che oltre che carini a vedersi sono anche molto buoni (ne ho fatto uno anche per me ovviamente, e me lo sono pure personalizzato... )
Per farlo vergognare per bene, riporto l'esempio di lecca lecca a cuoricino preparato per Alberto...

sabato 13 febbraio 2010

Chiacchiere o bugie o che dir si voglia


Visto che settimana prossima non ci sono, ho deciso di anticipare il nostro carnevale ambrosiano e mi sono cimentata nelle chiacchiere o bugie o come le si preferisce chiamare a seconda della propria regione d'origine! Ero molto incerta su quale ricetta provare, ma alla fine ho scelto quella della zia della mia vicina di casa. Ero titubante, perchè temevo che la ricetta fosse un po' troppo approssimativa: si sa che nonne e zie cucinano un po' ad occhio e non pesano mai niente! Ma sono stata fortunata, perchè ho arrotondato il tutto un po' ad occhio anch'io, e nello scrivere la ricetta adesso sarò più precisa!

Per dovere di cronaca, mi sono fatta aiutare da mia mamma nel procedimento di stesura e frittura, sennò non avrei mai più finito (ne sono venute tantissime, il piattino che ho fotografato ne rappresenterà circa un decimo!!); oltretutto non avrei nemmeno azzeccato lo spessore migliore per le chiacchiere.

Ingredienti
360 g di farina
1 uovo
50 g di zucchero
2 cucchiai di olio di semi di girasole
il succo di un'arancia di dimensioni medie (possibilmente bella dolce)
1 cucchiaio di vino bianco

Preparazione
Impastare gli ingredienti con il classico procedimento a fontana, mettendo in mezzo zucchero e uovo e versando il resto intorno sulla farina. Per far sì che uovo e zucchero si sciolgano per bene, aiutarsi con una forchetta sbattendo per bene, poi passare ad utilizzare direttamente la mano. L'impasto sarà un po' appiccicaticcio, è normale, deve essere proprio così. Formare una palla, lasciarla in una ciotola, coprirla con un canovaccio e farla riposare in frigo per circa 20 minuti.
Dopodichè, facendo la pasta in tanti tocchetti, passarla a nonna papera (nella macchinetta), prima con spessore 2 per un paio di volte, poi a spessore 4 per un altro paio di volte e poi nello spessore più sottile, il 7 (se le preferite un po' più spesse, tipo quelle che si comprano in pasticceria/panetteria, fermatevi alla penultima tacchetta, la 6).
Apro un attimo una parentesi: potrebbe essere che la macchinetta che avete a casa vostra abbia tacchette con numerazioni inferiori o superiori, regolatevi considerando che la mia va dalla tacca 1 alla tacca 7.

Fate tanti rettangoli con il rollino tagliapasta ondulato, incidete in mezzo con due tagli ogni rettangolo e friggete in olio bollente per pocchissimo tempo, appena le buttate e si gonfiano, giratele con una pinza apposita da frittura e dopo pochissimo toglietele dall'olio, devono essere appena dorate!

Infine spolverizzate con zucchero a velo.


Buonissime, le consiglio da provare! Lindolina, spero che ne rimangano un paio superstiti da portarti domani...

giovedì 11 febbraio 2010

Torta di carote

Cosa si fa quando l'unico fratello minore torna a casa stanco, dopo una giornata passata in università a sostenere brillantemente i suoi primi esami? Gli si fa la sua torta preferita! Nel mio caso mi sono cimentata nella sua torta morbida da colazione preferita: la torta di carote.
Lindolina, adesso ti verranno in mente le merendine di quando eri piccola...
Ecco qui la ricetta!

Ingredienti
150 g di mandorle
250 g di zucchero
1/2 bicchiere di olio di oliva o di semi di girasole ( la ricetta originale detta 100 g di burro)
250 g di carote
2 uova
1 pizzico di sale
250 di farina
1 bustina di lievito o cremor tartaro

Preparazione
Tritare nel mixer le mandorle insieme allo zucchero, in modo che l'olio lasciato dalle mandorle mentre vengono sminuzzate venga assorbito per l'appunto dallo zucchero.

Passare il trito in una bastardella, aggiungere l'olio ed amalgamarlo con una frusta a mano.

Unire quindi le carote tritate sempre nel mixer e a filo le due uova sbattute leggermente a parte in precedenza con un pizzico di sale.

Infine, versare a pioggia a poco a poco la farina ed il lievito (io questa volta ho usato il cremor tartaro, risultato super in termini di morbidezza!!), precedentemente setacciati.

Mescolare il tutto per bene ed energicamente con la frusta a mano, quindi versare l'impasto in una teglia rivestita con carta da forno di un diametro di 26 o 28 cm (a seconda di quanto alta preferite la torta, io ho usato una 26 cm).
Infornare in forno già caldo a 190° per 45 minuti circa.

Qui vale sempre lo stesso discorso fatto in passato relativamente alla potenza del forno che si ha in casa. Il mio ad esempio sta tirando gli ultimi, mi cuoce di più sulla parte superiore rispetto a quella inferiore e oggi ad esempio mi è impazzito e dopo neanche mezzora di cottura la torta era già fatta e si è anche colorita un po' sulla superficie! Ora, o è colpa del cremor tartaro che non avevo mai utilizzato e che accellera la cottura, oppure è colpa del forno, che in passato mi ha sempre cotto la torta di carote in 45 minuti! Ad ogni modo la regola rimane sempre quella: quando si inforna qualcosa non si deve mai abbondonare la cucina per andare a mettersi in testa i bigodini !



mercoledì 10 febbraio 2010

Pesce spada con i porri




Osservando le etichette attualmente presenti sul nostro blog abbiamo avuto una conferma (peraltro assolutamente non sorprendente): siamo delle stramaledette golose!!!!!
Cuciniamo, e quindi mangiamo, i dolci più svariati, e la parte relativa al "salato", che tuttavia abbiamo avuto il buon senso di inserire, non abbandona la parola TORTA....
Un po' me ne vergogno, anche se una piccola giustificazione ce l'ho: finché la mia dolce metà non tornerà a vivere sotto il mio stesso tetto le mie cene non sono molto dissimili da una merenda, mentre i dolci servono sempre per la prima colazione!! ;-)
Domenica però, è venuta mia mamma per pranzo e sono stata moralmente obbligata a cucinarle qualcosina....


Ingredienti (per 4 porzioni non abbondanti):

1 fetta di pesce spada (spessore inferiore al centimetro, la mia pesava sui 750 gr.)
2 porri
una decina di pomodori ciliegini
1/2 bicchiere di vino bianco
olio, sale e pepe bianco

Far appassire i porri tagliati a rondelle in un filo d'olio. Aggiungere la fetta di pesce spada tagliata in quattro parti e far rosolare un pochino prima di sfumare con il vino bianco. Aggiungere i pomodorini tagliati a cubetti e aggiustare di sale e pepe.
Portare a cottura (10 minuti / un quarto d'ora).

lunedì 8 febbraio 2010

"Pangoccioli"



Raramente mi capita di passare nel corridoio delle merendine del supermercato, ma quando ci passo il mio sguardo cerca quelle che da bambina erano le mie merendine preferite: le Camille... Sarà che non le ho più mangiate da quando ho fatto gli esami della scuola elementare, ma il vederle ha per me lo stesso potere rievocativo delle madeleine per Proust: mi sembra di sentirne il profumo, la consistenza soffice...
I Pangoccioli (confezionati), purtroppo, non hanno questo potere rievocativo (ero un po' troppo grande quando li hanno introdotti sul mercato ;-) ), ma quelli cucinati oggi mi riportano alle merende estive fatte in campagna: pane casereccio e cioccolato fondente...
Visto che ho imparato a non uccidere tutti i "lievitini" e che avevo del lievito di birra prossimo alla scadenza ho pensato a qualcosa di buono, veloce e non particolarmente e elaborato e così sono nati questi panini con gocce di cioccolato...

Ingredienti:

400 gr. di farina 00
150 gr. di farina Manitoba
100 gr. di zucchero
100 gr. cioccolato in gocce
60 gr. di latte
25 gr. di lievito di birra
3 prese di sale
2 cucchiai di olio extra vergine d'oliva
acqua q.b.

Procedimento:
Unire le due farine setacciate e formare una fontana. Versare il lievito sciolto in poca acqua tiepida sulle farine e cominciare ad amalgamare. Unire lo zucchero, il sale, l'olio e il latte e impastare energicamente per una decina di minuti circa, fino ad ottenere un impasto omogeneo, liscio ed elastico. Coprire con uno strofinaccio e lasciare lievitare per 90 minuti.
Trascorso il tempo necessario, lavorare l'impasto per altri cinque minuti e poi incorporare le gocce di cioccolato. Suddividere l'impasto in 15 pezzi (da circa 60 gr. l'uno) e formare delle palline. Mettere le palline su una teglia da forno, ben distanziate tra loro, e lasciarle lievitare fino a che la dimensione non sia raddoppiata.
Cuocere in forno preriscaldato a 180° per circa 20 minuti: i panini dovranno essere leggermente dorati.


domenica 7 febbraio 2010

Apfelstrudel (altrimenti detto Strudel di mele)

Sono davvero soddisfatta di questo strudel di mele, più precisamente di questo apfelstrudel, mi è piaciuto proprio, e, non perchè lo abbia fatto io, ma credo sia forse uno dei più buoni che abbia mai mangiato. Ovviamente tutto merito della pasta, che ho recuperato da uno dei miei fedeli libri dell'Accademia dei Maestri Pasticceri Italiani. Per quello che riguarda invece il ripieno, ho un po' fatto da me, arrangiando gli ingredienti a mio gusto.
Premetto che se siete intenzionati a fare lo strudel, dovrete armarmi di santa pazienza, un po' perchè la pasta va lavorata energicamente per 20 minuti (cosa non proprio indicata per esempio per la mia tendinite al braccio sinistro, infatti ho usato solo una mano, ma che fatica!) e un po' perchè dovrete pulire e fare a pezzetti tutte le mele. Ad ogni modo, la bontà del dolce premia!

Ingredienti
Per la pasta
150 g di farina
50 g + 50 g di burro
1 uovo
1 pizzico di sale
3 cucchiai di acqua

Per il ripieno
850 g di mele Golden (circa 6 mele)
il succo di mezzo limone
70 g di uvetta
70 g di pinoli
6 biscotti secchi
100 g di zucchero
cannella q.b.

Preparazione
Fondete i primi 50 g di burro a bagnomaria e lasciateraffreddare.
Quindi setacciate la farina su una spianatoia, aggiungete un pizzico di sale, fate la fontana e versateci in mezzo il burro fuso raffreddato e l'uovo (mi raccomando a raffreddare il burro, sennò l'uovo si cuoce!).
Lavorate prima l'uovo con il burro e a poco a poco incorporate la farina. Quindi aggiungete 3 cucchiai d'acqua, uno per volta, al fine di rendere la pasta bella liscia. Se aggiungendo i cucchiai d'acqua vi sembrerà in un primo momento che la pasta sia diventata appiccicosa, non aggiungete altra farina! Fidatevi, continuate ad amalgamare fintanto che l'impasto non riusulterà omogeneo.
A questo punto, lavorate energicamente la pasta per circa 20 minuti, quindi adagiatela in una ciotola che andrete a ricoprire con un canovaccio. Lasciate riposare per almeno 30 minuti.
Intanto, sciogliete gli altri 50 g di burro, rinvenite l'uvetta in dell'acqua tiepida, sbucciate le mele, fatele a fettine e poi ulteriormente a tocchettini, unite il succo del mezzo limone, cannella a vostro piacere (personalmente mi sono limitata a due spruzzatine), l'uvetta rinvenuta e asciugata, i pinoli, i biscotti che avrete polverizzato e lo zucchero. Mescolate il tutto e tenete da parte il vostro ripieno.
Passato il tempo di riposo, rilavorate un attimo la pasta nel caso in cui la superficie si fosse leggermente seccata. Appoggiandovi su un pezzo di carta da forno, appiattite la pasta prima con le mani, poi aiutandovi con il mattarello. In seguito sollevate la pasta dalla carta forno e cercate di stenderla con il dorso delle mani (un po' come si fa con la pasta della focaccia di recco), riappoggiatela sulla carta forno e di nuovo con il mattarello tiratela il più possibile andando a formare un rettangolo. La pasta dovrà essere tirata il più sottile possibile.
A questo punto, spennellate tutta la superficie con il burro fuso ormai freddo (lasciandone un po' da parte), versate tutto il ripieno livellandolo in modo omogeneo (vi sembrerà tanto, ma non lo è, se avete tirato per bene la pasta!) e chiudete lo strudel rigirando un lato direttamente tenendolo adeso alla carta forno, vi sarà d'aiuto. Sigillate per bene i bordi e spennellate la superficie esterna dello strudel con il restante burro.
Infornate a 180° per circa 40 minuti. Una volta cotto, sfornate, impiattate, lasciate raffreddare e spolverizzate con poco zucchero a velo.




venerdì 5 febbraio 2010

Quiche di zucchine e carote


E con i 4 tuorli avanzati dai macarons che fare??

Una quiche leggera, con la ricotta al posto della panna, ci è sembrata l'ideale.
E con anche un po' di verdurine che vanno sempre bene!
Ecco cosa abbiamo usato.
Ingredienti
1 rotolo di pasta brisè già pronta (questa volta non c'era il tempo di farla!)
1 zucchina grossa
6 carotine
4 tuorli
175 g di ricotta fresca
parmigiano q.b
sale q.b.
Preparazione
Abbiamo per prima cosa mondato le verdute, tagliandole a rondelline.
Le abbiamo saltate in padella con un filo di olio, rinvenute prima che si asciugassero del tutto in un un po' di vino bianco (ad occhio un 3/4 cucchiai) e poco prima del termine della cottura le abbiamo salate (ci raccomandiamo di salare le verdure sempre a fine cottura, se lo si fa all'inizio, le verdure lasciano di conseguenza la loro acqua in eccesso).
Quindi abbiamo sbattuto i tuorli con il sale (il sale è sempre un terno all'otto, fatelo a vostro occhio!) ed un po' di parmigiano (circa un paio di cucchiaiate), unito la ricotta e mescolato il tutto per bene. Infine abbiamo aggiunto le verdure cotte.
Abbiamo srotolato il rotolo di brisè lasciandolo sulla sua carta da forno e l'abbiamo adagiato in una teglia da 24 cm, punzecchiandone la base di pasta con una forchetta e versandoci quindi dentro il ripieno.
Il tutto il forno già caldo a 240° per circa 25 minuti.
E la cena, prima dei macarons, è servita!

Macarons ... e tre!!



Che ormai siamo completamente assuefatte ai macarons è ahimè una certezza...
E, infatti, dopo aver visto il post pubblicato da Paola, mi è venuta voglia di rifarli e qui c'è il nostro terzo tentativo in materia.
Questa volta la ricetta utilizzata è quella di Mercotte, che apporta qualche minimo cambiamento alla ricetta precedentemente utilizzata senza tuttavia modificare il risultato.

Ingredienti:

130 gr. di mandorle tritate finemente
220 gr. di zucchero a velo
4 albumi d'uovo
60 gr. di zucchero
20 gr. di cacao amaro

Tralascio il procedimento per fare i macarons e la ganache che potete trovare qui!

In quanto a bontà, direi che l'obiettivo è raggiunto! In quando a forma, io non mi ritengo ancora soddisfatta... ci dovremo esercitare!!!
Qualcuno si offre volontario per testare i prossimi tentativi??? ;-)

giovedì 4 febbraio 2010

Chocolate chip cookies



Il delizioso sacchettino che vedete nella foto (non a caso accanto alla mia mucchina anti-stress) ha fatto la sua comparsa sulla mia scrivania in ufficio questa mattina, ...più precisamente il mitico Steve :-) ne ha recapitati tre: uno è custodito in un cassetto (Cate), uno è arrivato a casa (mio) e un altro è stato rapidamente svuotato (...in questi casi forse è meglio dire il peccato e non la peccatrice ;-) )
che dire.... Grazie Steve per il pensiero!!! e soprattutto grazie a Cristina che ci ha cucinato dei biscotti veramente buonissimi di cui pubblico subito la ricetta per non perderla, con l'intenzione di cucinarli il prima possibile!!
La ricetta che vi riporto è di Maurizio Santin e modificata come consigliato da Paoletta di Anice&Cannella

Ingredienti:

185 g di burro pomata
185 g di zucchero semolato
370 g di farina 00
250 g di cioccolato fondente
1uovo + 1 tuorlo
5 g di lievito in polvere
2 g di bicarbonato
1 pizzico di sale

Procedimento*:
Preriscaldare il forno a 180° C.
In una ciotola capiente lavorare con una spatola il burro pomata con lo zucchero e il pizzico si sale fino a ottenere una crema liscia ed omogenea. Aggiungere un uovo intero e un tuorlo e continuare a lavorare per amalgamare il tutto.
Aggiungere la farina setacciata, il lievito e il bicarbonato. Lavorare l’impasto per far assorbire tutta la farina; aggiungere il cioccolato tritato grossolanamente, o le gocce, e mescolare bene per avere una distribuzione regolare.
Coprire con la pellicola da cucina e lasciar riposare in frigorifero 30 minuti.
Quando il composto sarà indurito, stendere su un piano di lavoro una striscia di pellicola e disporvi sopra metà della pasta ottenuta; modellare con le mani a forma di un lungo cilindro. Chiudere con la carta e, tenendo le estremità, far rotolare questa salsiccietta per avere un aspetto liscio e regolare. Annodare la gli estremi e tagliare l’eccesso.
Quando i due cilindri di pasta saranno pronti basterà decidere se cuocerli entrambi o conservarne uno in freezer per utilizzarlo in seguito.
Volendo procedere alla cottura riporre nuovamente in frigorifero almeno 15 minuti: questo passaggio renderà la pasta facilmente porzionabile con il coltello e garantirà la friabilità dei biscotti.
Eliminare la pellicola e con un coltello affilato tagliare il cilindro in fette spesse circa 1,5 cm; disporle su una placca da forno foderata con l’apposita carta e cuocere per 12/15 minuti a 180° C, comunque fino a colorazione. Lasciar raffreddare a temperatura ambiente, preferibilmente su una grata, e conservare in un contenitore chiuso.

*non avendo preparato personalmente i biscotti riporto il procedimento trovato sul sito di Maurizio Santin.

mercoledì 3 febbraio 2010

Tartufini semplici

Ieri ho portato questi tartufini in ufficio e devo ringraziare tutti per gli apprezzamenti positivi fatti (Nicolas a parte, che si stava strozzando con il cacao!!). In particolar modo ringrazio Francesca ed Inbar, è stato molto gratificante avervi potuto preparare anche la doggy bag da portare a casa!
Ma veniamo a noi ed alla preparazione di questi tartufini, davvero semplici e veloci da fare.

Ingredienti
125 g di cioccolato fondente
125g di panna
1 cucchiaio di rhum
cacao amaro q.b.

Preparazione
La base dei tartufi è la classica ganache.

Sminuzzare, quasi tritare, il cioccolato e trasferirlo in una ciotola.

Portare ad ebollizione la panna, quindi versarla sul cioccolato e subito mescolare energicamente con una frusta a mano. Si andrà a creare una bella crema luccicante e densa.

Aggiungere a questo punto il rhum (io ne ho messo solo un cucchiaio perchè magari poteva dar fastidio a qualcuno, ma se si vuole sentirne di più l'aroma suggerisco di metterne un altro paio).

Versare la ganache in una teglietta rettangolare (all'incirca una 20x16), di quelle di alluminio usa e getta. Livellare la ganache per bene, in modo che la superficie sia ben omogenea e trasferire la teglietta in frigo, dopo averla ricoperta con un foglio di alluminio. Lasciare il tutto in frigo per almeno un paio d'ore, la ganache si deve solidificare per bene.

Quindi riversare la ganache solidificata e compatta su un tagliere: avrete così ottenuto una sorta di mattonella.

Con un coltello fare tante strisce in orizzontale ed in verticale andando a creare dei cubetti (potrete farli della dimensione che preferite ovviamente).

A questo punto trasferire i cubetti di ganache in un piatto dove avrete in precedenza versato del cacao: con l'aiuto di due cucchiaini, rigirate delicatamente i vostri tartufini, fino a che ciascuno di essi non sarà completamente ricoperto dal cacao.

Infine, adagiate ciascun tartufino (cercando di non trascinarvi dietro anche il cacao in eccedenza) in un pirtottino di carta. Ritrasferite in frigo per farli ben solidificare e poi mangiate a volontà!

Ovvio che dalla mattonella di ganache rimarranno dei piccoli scarti (i bordi, per esempio): non buttateli! In questo caso avvicinateli e create un mucchietto, riamalgamate la ganache e fate dei tocchetti irregolari anzichè i cubotti.

Io uso questo metodo perchè innanzitutto è più veloce rispetto all'opzione di fare tanta palline. E poi anche perchè così facendo non mi impiastro le mani!

Ora, io ho messo il rhum, ma ciò non toglie che potete mettere il liquore che preferite, come il Grand Marnier o il Cointreau. Oppure potete unire alla ganache delle noccioline, o dei pistacchi o delle mandorle tritate. A voi la scelta. Rimangono sempre molto semplici da realizzare.

lunedì 1 febbraio 2010

Signora Sacher!

Esordisco ringraziando infinitamente Gaia per avermi iniziata al meraviglioso mondo di Knam. Nello specifico, la ringrazio per avermi prestato quest'estate uno dei suoi libri firmati Ernst Knam, dove ho trovato questa fantastica ricetta per la Sacher.
L'unica variazione che apporto riguarda la farcitura a metà torta, dove metto uno strato di marmellata di albicocche al posto dello strato di ganache suggerito da Knam.
Ma ecco qui la ricetta.

Ingredienti
Per la base
75 g di cioccolato fondente
65 g di burro
20 g di zucchero a velo
3 uova
90 g di zucchero
65 g di farina
1 pizzico di sale

Per la farcia
150 g di marmellata di albicocche

Per la ganache
125 g di panna
125 g di cioccolato fondente

Preparazione
Cominciare con il fondere a bagnomaria il cioccolato e lasciarlo poi raffreddare.
Montare il burro morbido a temperatura ambiente con lo zucchero a velo ed il sale.
Separare in due recipienti differenti i tuorli dagli albumi: i primi sbatterli leggermente, i secondi montarli a neve fermissima insieme allo zucchero.

Aggiungere quindi al composto di zucchero e burro gli altri ingredienti con quest'ordine:
- i tuorli
- il cioccolato fuso che nel frattempo si è raffreddato
- gli albumi a neve con movimenti delicati dall'alto verso il basso utilizzando una spatola per non farli smontare
- la farina, sempre delicatamente per non smontare gli albumi aggiunti subito prima. La farina deve essere incorporata alla perfezione, bisogna avere un po' di pazienza...

Utilizzare una teglia da 24 cm ed infornare in forno già caldo a 170° per 30/35 minuti circa.

Una volta cotta la torta lasciarla raffreddare, quindi tagliarla a metà.

Nel frattempo trasferire la marmellata in un pentolino ed aggiungere un paio di cucchiai di acqua. Fare riscaldare la marmellata a fuoco basso, in modo che si sciolga, infine, se la marmellata ha dei pezzettoni di frutta, passarla con l'aiuto di un frullatore ad immersione, deve essere bella liquida.

Versare quindi uno strato omogeneo di marmellata in mezzo alla torta, quindi richiuderla con l'altra metà e versare la marmellata rimasta sulla superficie della torta.

Preparare anche la ganache al solito: tritare con un coltellaccio il cioccolato (questa operazione vi consiglio di farla prima, magari mentre cuoce la torta), portare la panna ad ebollizione e versarla nella ciotola con il cioccolato spezzettato, mescolare subito energicamente con una frusta a mano e la ganache è fatta.

Lasciare un po' raffreddare la ganache, quindi versarla sulla torta, direttamente sullo strato in superficie di marmellata di albicocche, a copertura.

Trasferire la Sacher in frigo e lasciarla raffreddare per un 20 minuti.

Passato questo tempo, se lo desiderate, potete decorarla a vostro piacimento o con la classica scritta Sacher, con l'aiuto di una penna di crema al cioccolato, che trovate in tutti i supermercati.


Beh, non perchè l'abbia fatto io, la paternità oltretutto non è mia, ma rispetto alla Sacher viennese, è tutta un'altra storia... Provare per credere... Fatemi sapere!